Il prelievo fiscale incide per circa un terzo. La voce più consistente è rappresentata dall’acquisto dell’auto: 58 miliardi di euro (+0,4 per cento), In calo la spesa per la Rc auto, che è stata di circa 15,7 miliardi di euro (-3,4 per cento rispetto al 2008) e quella relativa ai carburanti: 40 miliardi di euro (-10 per cento) su cui ha inciso un prelievo fiscale del 59 per cento. L’esborso per l’Rc auto e per i carburanti sono rispettivamente la seconda e quarta voce di spesa.
L’analisi sui costi complessivi sopportati lo scorso anno dagli automobilisti è contenuta nell’Annuario statistico 2010 dell’Automobile Club d’Italia, consultabile sul sito www.aci.it. “Gli italiani stanno maturando un approccio più consapevole all’uso dell’auto”, dichiara il presidente dell’Aci, Enrico Gelpi, “che potrà determinare riflessi positivi sotto diversi aspetti, a cominciare dalla congestione delle città, dalla sicurezza stradale e dalla tutela ambientale. Ciò avviene anche grazie al progressivo ammodernamento del parco circolante favorito dalla politica degli incentivi, che vanno nuovamente introdotti non solo per evitare la crisi di un settore così strategico e di rilevanza sociale come quello dell’auto, ma anche per favorire l’acquisto di auto più moderne, cioè a misura di città, più ecologiche e che abbiano di serie i principali dispositivi di sicurezza. Avere sulle nostre strade auto meno inquinanti, che consumano meno e che sono più sicure è un vantaggio per l’intera collettività. Sembrano anche consolidarsi”, continua Gelpi, “nuove abitudini per quanto riguarda la spesa, oculata e più razionale: si sceglie il “fai da te” per il rifornimento di carburante e si sfrutta al meglio la concorrenza nella Rc auto cambiando compagnia anche a ogni rinnovo. Ulteriori risparmi potrebbero infine venire da una tassazione più equa e coerente. Il bollo deve tornare ad essere bollo di circolazione, pagato in proporzione ai chilometri percorsi e in base alle emissioni di Co2. Una soluzione che può essere resa subito operativa con il ricorso all’attuale tecnologia satellitare”.
Secondo i dati dell’Annuario statistico Aci, nel 2009 sono aumentate sei voci di spesa sulle complessive otto. Per l’acquisto e gli interessi sul capitale se ne sono andati 58,2 miliardi di euro (+0,4 per cento), per la manutenzione 25,4 miliardi (+2 per cento), per gli pneumatici 7,3 miliardi (+0,2 per cento), per i parcheggi 8,1 miliardi (+1 per cento) e per la tassa automobilistica 5,5 miliardi (+0,5 per cento). L’ultimo posto della classifica per voce di spesa sostenuta è occupato dai pedaggi autostradali con 4,1 miliardi di euro (+0,8 per cento).
Cala la spesa complessiva ma aumentano le auto in circolazione sulle nostre strade. Nel 2009 la crescita rispetto all’anno precedente è stata di oltre 265mila unità. Le quattro ruote raggiungono, così, quota 36.371.790 unità. Lo scorso anno il numero delle “prime iscrizioni” (le auto nuove registrate al Pra: circa 2,2 milioni) è risultato – grazie anche agli incentivi alla rottamazione – praticamente uguale al 2008. In aumento anche le radiazioni: 1.950.000 (2009), rispetto a circa 1.800.000 (2008).
Nelle città si nota, tuttavia, una diminuzione del parco veicoli. Se nel 1985, infatti, il numero delle autovetture circolanti negli otto Comuni più grandi rappresentava il 18 per cento del totale, nel 2009 tale percentuale è scesa al 13,5 per cento. Solo due i Comuni nei quali il circolante, rispetto al 2008, risulta in leggera crescita: Firenze e Napoli.
La media nazionale del rapporto autovetture/popolazione è di 602 vetture ogni mille abitanti. Tra le regioni, il valore più alto si registra nel Lazio (670); il più basso, in Liguria (518). Tra i Comuni, al primo posto si trova Roma (693); in coda, Genova (467).
Gli ecoincentivi hanno funzionato, facilitando lo svecchiamento del parco auto. Nel 2009 su circa 1.9 milioni di autovetture radiate, poco più di 1 milione (il 52 per cento) erano “Euro 0” ed “Euro 1”, sia a benzina sia a gasolio.
Ciò nonostante, nel nostro Paese circolano ancora 7,3 milioni di auto (il 20 per cento del totale) “Euro 0” o “Euro 1”. L’età media delle auto è di circa 7 anni e 11 mesi: 9 anni e 11 mesi, per quelle a benzina; 4 anni e 4 mesi per le diesel. Il 37 per cento delle auto in circolazione ha più di 10 anni di vita, con una quota di non catalizzate – le “Euro 0” – pari al 13 per cento del totale.