Ma uno di questi sarà più strategico degli altri e avrà puntati addosso gli occhi degli investitori internazionali. È il nuovo scalo container di Mersin, nella Turchia meridionale, di fronte a Cipro: sarà questa l’ultima tappa della ferrovia che collegherà Cina, India e Pakistan al Mediterraneo. Un grande corridoio per le merci asiatiche.
Il secondo progetto, già approvato dalle autorità turche, è la costruzione dello scalo di Candarfi, in prossimità di un altro trafficato porto del Paese, Smirne, con un investimento previsto di 8 milioni di dollari. Il terzo dei porti previsti sorgerà a Filyos, sul Mar Nero, e necessiterà di un investimento di 500 milioni di dollari.
I primi due a essere avviati saranno Candarli e Mersin, con le prime fasi che dovrebbero terminare entro il 2014, sempre che si riesca a trovare i supporti finanziari, dato che il governo di Ankara garantirà solo una parte dei fondi. Fondamentale sarà l’interesse e la partecipazione dei porti esteri, gli stessi che negli ultimi anni si sono fatti avanti per la privatizzazione di 122 dei 174 scali marittimi del Paese. L’ultimo a essere stato affidato ai privati è il porto di Samsun, sul Mar Nero, uno scalo chiave perché presto un oleodotto collegherà la città con il porto mediterraneo di Ceyhan, punto di approdo del più noto condotto petrolifero che parte da Baku, in Azerbaijian, e passa per Thilisi in Georgia.
“Con lo scalo di Mersin è già in contatto l’Università di Genova”, si legge sul portale lestradedellinformazione.it, “interessata al tema della logistica, ma il porto italiano più attivo sul fronte turco è per ora quello di Trieste. La concorrenza però avanza. Oltre ai grandi operatori portuali, come la Port Authority di Singapore, o la Fintchison Port holdings che gestisce lo scalo di Smirne, stanno manifestando un crescente interesse per la logistica della Turchia i porti francesi come anche quelli della Slovenia”.