Confartigianato Trasporti esprime la sua delusione per il risultato della votazione della Commissione Occupazione e Affari Sociali del Parlamento europeo – di cui abbiamo ampiamente dato conto su Stradafacendo – che ha rigettato la proposta della Commissione europea relativa all’esenzione degli autotrasportatori autonomi dalla direttiva sull’organizzazione dell’orario di lavoro. In pratica, sarà come chiedere agli autonomi di tenere un personale registro dove auto-annotarsi l’orario tornando a casa dopo il lavoro. Secondo Confartigianato Trasporti, ciò minaccia molto gravemente la competitività senza ottenere un reale miglioramento della sicurezza stradale e della tutela sociale, garantite dal Regolamento 561/2006 sui tempi di guida e di riposo che già si applica a tutti i conducenti, sia dipendenti sia autonomi.
“In una nazione, come l’Italia, dove la stragrande maggioranza delle aziende di autotrasporto è costituita da imprese artigiane autonome, sostenerne l’inclusione nella direttiva comunitaria significa ignorare il sistema-paese sulla scorta di posizioni quantomeno preconcette”, ha commentato il presidente di Confartigianato Trasporti e Uetr (Unione europea degli autotrasportatori di merci) Francesco Del Boca. “L’orientamento degli eurodeputati è del tutto svincolato da valutazioni oggettive di fatti e cifre, ampiamente prodotte, basandosi invece su affermazioni che non hanno alcun riscontro nella realtà”, ha aggiunto Del Boca. “Tali fatti e cifre parlano chiaro, e sono tutti a sostegno dell’esclusione degli autonomi dalla direttiva. Gli eurodeputati avevano dato prova di saperlo lo scorso settembre, quando avevano bocciato un testo che prevedeva l’inclusione, mostrando di comprendere le ragioni delle nostre imprese. Poi è successo qualcosa, evidentemente”, ha detto Del Boca. E ancora: “L’esito del voto attuale è frutto di distorsione e fraintendimento dei temi della sicurezza stradale e della concorrenza sleale”.
Secondo Confartigianato Trasporti la sicurezza stradale viene già garantita dal Regolamento 561/2006 sui tempi di guida e di riposo che si applica a tutti i conducenti, sia dipendenti sia autonomi. “L’attività principale dei trasportatori autonomi è la guida, non altro. L’incredibile affermazione per cui con la normativa attuale si lavora 86 ore a settimana è del tutto priva di fondamento”, ha spiegato l’associazione di autotrasportatori. “Che poi applicare la direttiva ai veri autonomi consentirà di arginare il fenomeno dei falsi autonomi non è affatto certo, anzi (oltre che concettualmente irragionevole di per sé) – non vi sono studi di impatto a dimostrarlo, il fenomeno va combattuto ma non in questo modo e in questa direttiva. Nel caso degli autonomi poter distinguere chiaramente fra attività di lavoro e privata è molto difficile, essendo il confine molto più fluido che non gli autisti dipendenti. Con questo voto si chiederà agli autonomi di tenere un personale registro dove auto-annotarsi l’orario tornando a casa dopo il lavoro. Com’è possibile? Nessuna categoria di indipendenti è a oggi sottoposta a simili limitazioni, questo sarebbe un precedente pericoloso oltre che discriminante per un solo settore, quello dell’autotrasporto”.
“Quanto alle accuse di concorrenza sleale”, ha commentato ancora Del Boca, “ricordo che con un mercato che vede prezzi del trasporto da fame, che si è costretti a subire, è proprio il margine di autonomia dei nostri imprenditori che rappresenta l’unico mezzo per non chiudere e continuare a lavorare, per non parlare della crisi economica e finanziaria tuttora in corso che li ha colpiti e colpisce duramente, argomenti questi che tutti conosciamo e che tutti in altri contesti richiamiamo a gran voce per ottenere interventi nel settore”.
La Confartigianato Trasporti auspica che nella sessione plenaria a giugno i membri del Parlamento europeo votino con maggiore sensibilità valutando attentamente tutti gli aspetti della questione, per una politica che vada davvero a migliorare i livelli di sicurezza stradale e di competitività.