“Le statistiche Inail dimostrano che le strade del nostro Paese sono i luoghi di lavoro più pericolosi in assoluto”, ha dichiarato Sandro Salvati, presidente della Fondazione Ania per la sicurezza stradale, in occasione della Giornata Mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro. “Sebbene si sia verificata una diminuzione del numero degli infortuni mortali sul lavoro, non possiamo essere soddisfatti di questi risultati perché il sangue versato è ancora troppo e il tributo più alto viene pagato dai professionisti della strada. Il 30 per cento delle morti bianche riguarda, infatti, proprio questa categoria di lavoratori”.
I numeri sono impietosi: gli incidenti stradali, infatti, rappresentano solamente il 16,9 per cento degli infortuni sul lavoro, ma provocano più della metà delle vittime.
“È assurdo morire mentre si sta svolgendo il proprio lavoro”, continua Salvati. “Abbiamo tutti il dovere di impegnarci per contrastare questa tragedia che colpisce i lavoratori e le loro famiglie. Il rischio che corrono i professionisti della strada è addirittura più elevato di quello a cui sono esposti gli operai in fabbrica e in cantiere. Come Fondazione Ania auspichiamo, quindi, che l’educazione stradale possa essere introdotta obbligatoriamente nella formazione aziendale sulla sicurezza sul lavoro. Riteniamo fondamentale inserire alcune ore di educazione stradale nei percorsi formativi dedicati agli apprendisti perché siamo convinti che, solo attraverso la formazione e la prevenzione, si potrà contribuire efficacemente a contrastare il dramma che si consuma quotidianamente sulle nostre strade”.