Ora, io dico, e correggetemi se sbaglio. Ma con tutti gli investimenti che lo Stato fa nelle campagne per la sicurezza stradale. Con tutto il lodevole impegno nelle campagne di Polizia stradale, Carabinieri, ministero e associazioni, contro le stragi del sabato sera, gli incidenti… Si ha un’occasione di passare al setaccio tutti i patentati, tutti gli utenti della strada una volta ogni dieci anni, cosa ci vorrebbe a far fare a tutti degli esami più approfonditi? Non dico dei corsi di guida sicura o un nuovo esame pratico di guida (quelli facciamoli per i giovani), se uno ha la patente da 10, 20, 30 anni si presuppone che sia in grado di guidare. Si potrebbero però approfondire le condizioni psicofisiche dei patentati.
Un esame del sangue o del capello possono dire se si ha a che fare con un assuntore di droghe, oppure con un alcolista, grazie alla percentuale di alcol nel sangue. Ti droghi? Ti ubriachi? È una tua libera scelta, non ti metto in galera, ma allora non guidi.
Perché questo deve valere solo per chi sta al volante per professione come i camionisti o gli autisti? Dovrebbe valere per tutti. Chi non è lucido perché assume stupefacenti mette a repentaglio la vita sua e quella degli altri anche se è un semplice automobilista.
È vero, ci sono i controlli sulle strade con gli etilometri e i drugtest, ma quante persone si possono controllare? Forse lo 0,5 per cento degli automobilisti ogni dieci anni? Diciamo pure l’1 per cento, ma si tratta sempre di percentuali irrisorie. Qui si potrebbero testare tutti gli utenti della strada. La sospensione della patente non sarebbe naturalmente eterna, ma condizionata al primo esame “negativo”, come già avviene a chi è ritirata la licenza di guida per qualche eccesso.
Questo significherebbe affrontare con coraggio la problematica della sicurezza stradale.
Grazie dell’ospitalità.
Paolo (Como)