Viene richiesto anche il potenziamento della vendita di carburante alla grande distribuzione: “Quando il petrolio si attestava a 78 dollari al barile, la benzina veniva venduta ai distributori a 1,27 euro al litro (così come veniva anche attestato dal Ministero dello Sviluppo Economico)”, denunciano Federconsumatori e Adusbef. “Poi vi è stato un aumento del prezzo del petrolio, che, pur crescendo di soli quattro dollari al barile, ha fatto schizzare il prezzo della benzina a 1,35-1,36 euro al litro, rivelando così una velocità pari a quella della luce di einsteiniana memoria”.
“Perché questa velocità non si realizza anche oggi, in presenza di un prezzo del petrolio che è sceso, già da qualche giorno, attorno ai 78 dollari al barile?”, domandano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef, che stimano in 171 euro annui in più (fra costi diretti e indiretti) la maggiore spesa per i consumatori.
Fra i temi che le associazioni intendono porre all’attenzione, c’è poi la “razionalizzazione della rete di distribuzione, che consenta l’apertura della vendita attraverso il canale della grande distribuzione, così come avviene nel resto d’Europa, per consentire risparmi di 8-9 centesimi al litro”. Altra richiesta è quella di eliminare nella comunicazione del prezzo dei carburanti la terza cifra relativa ai millesimi perché “fuorviante” rispetto alla comparazione dei prezzi.
La risposta dell’Unione petrolifera non si è fatta attendere: “Ancora una volta le accuse di alcune associazioni dei consumatori in merito agli andamenti dei prezzi dei carburanti sono completamente prive di qualsiasi reale riscontro e dimostrano come tali associazioni continuino a svolgere il loro ruolo alterando la realtà”, ha dichiarato il presidente dell’Unione Petrolifera, Pasquale De Vita, ricordando come ancora non abbiano fornito alcuna risposta puntuale e concreta ai numeri ed analisi che l’Unione Petrolifera ha presentato all’incontro del 17 dicembre al Consiglio Nazionale Consumatori ed Utenti (Cncu). Un incontro – spiegano i petrolieri – durante il quale è stato dimostrato, dati alla mano, come la presunta “doppia velocità” nei movimenti dei prezzi sia solo nella loro fantasia. I loro conti non si riferiscono mai a dati e rilevazioni ufficiali ma sono frutto di elaborazioni ignote e palesemente errate. Nonostante i problemi che contraddistinguono la nostra rete di distribuzione carburanti e per i quali si stanno cercando soluzioni in sede ministeriale, questa settimana lo “stacco” con l’Europa dei prezzi dei carburanti è sceso sotto i 2 centesimi, ossia livelli che non si vedevano dal marzo 2007”, hanno aggiunto i petrolieri. “Dati che confermano come il comportamento delle aziende sia sempre assolutamente coerente rispetto alle tendenze dei mercati internazionali dei prodotti raffinati che negli ultimi giorni sono tornati a crescere sensibilmente. La prova è data dal fatto che gli aumenti in Paesi come la Germania sono stati di 7 centesimi euro/litro mentre in Francia di oltre 4, rispetto agli 1,4 centesimi che si sono avuti sul nostro mercato. Tutto ciò conferma la infondatezza delle accuse di alcune associazioni dei consumatori che continuano ad alterare sistematicamente la realtà non assolvendo al loro ruolo istituzionale pur usufruendo di contributi pubblici”.