“Sarebbe bene che il Governo spiegasse cosa intende fare per evitare che le famiglie numerose siano puntualmente svantaggiate nello svolgimento della normale routine quotidiana”: con queste parole riportate da un’agenzia Asca, l’onorevole Luigi Bobba, deputato Pd e vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera, ha commentato l’interrogazione rivolta al Presidente del Consiglio e al ministro dei Trasporti che nasce da un fatto denunciato dal settimanale “Famiglia Cristiana”.
”Una famiglia di Cagliari, composta da nove figli, più uno in arrivo, costretta ad utilizzare un’autovettura di nove posti per un totale di 11 persone, ha deciso di acquistare un minibus, per potersi spostare in sicurezza – spiega Bobba -. Il capofamiglia ha adempiuto agli obblighi per poter avere il rilascio della patente di tipo D e la concessionaria, onde evitare l’utilizzo per fini diversi da quelli necessari allo spostamento di una famiglia (e quindi per fugare sospetti relativi a un eventuale lavoro in nero), ha richiesto lo stato di famiglia. Nonostante tutto ciò, la concessionaria ha precisato che l’autovettura non poteva essere immatricolata, in quanto parrebbe la legge non contempli nel nostro Paese l’eventualità di una famiglia di 11 persone che vogliano viaggiare insieme. E così la famiglia è costretta a viaggiare legando due figli minori alla stessa cintura di sicurezza, rischiando in caso di sinistri gravi danni per gli stessi”.
”Ora il Governo spieghi – chiede Bobba – per quali motivi in Italia non è possibile immatricolare un minibus come mezzo di spostamento per una famiglia, che obiettivamente ne abbia necessità, quantomeno numerica, anche al fine di garantire la sicurezza stradale per la stessa famiglia”.