Strada Facendo

Fondazione Guccione, cosa deve fare l’Italia per ridurre gli incidenti

I dati diffusi dal rapporto Aci-Istat sono chiari: gli incidenti, i feriti e i morti sulle strade sono in diminuzione, ma la situazione è ancora tutt’altro che positiva. Lo evidenzia anche la Fondazione Luigi Guccione che, in una nota, spiega quali sono le richieste dell’Unione Europea. L’onlus mette in luce anche il ruolo di primo piano che potrebbe avere l’Inail, il “controllore” degli infortuni sul lavoro, ricordando una statistica: il 52 per cento degli infortuni è rappresentato dagli incidenti stradali che si verificano sul percorso da casa al lavoro o dal lavoro a casa.  
Ma cosa chiede l’Europa? L’Unione prescrive valutazioni d’impatto e audit sulla sicurezza stradale, sulla gestione e sull’istituzione di un organo di ispezione e controllo delle stesse infrastrutture ai fini della sicurezza, il miglioramento della segnaletica e del manto stradale e la costruzione di corsie di emergenza e di aree di sosta.
Per valutazione d’impatto  sulla sicurezza stradale si intende “un’analisi comparativa strategica dell’impatto di una nuova strada o di una modifica sostanziale della rete esistente sul livello di sicurezza della rete stradale”. Gli Stati membri dovranno assicurare che una tale valutazione sia effettuata per tutte le diverse varianti dei progetti d’infrastruttura.
L’audit della sicurezza stradale serve invece per un “controllo indipendente, accurato, sistematico e tecnico delle caratteristiche di un progetto di costruzione di un’infrastruttura stradale dal punto di vista della sicurezza nelle diverse fasi, dalla pianificazione all’inizio dell’esercizio”. Gli Stati membri dovranno adottare le misure necessarie affinché siano effettuati tali audit per tutti i progetti d’infrastruttura.
Il metodo per analizzare e classificare sezioni della rete stradale aperta al traffico, definito dalla Direttiva “classificazione delle sezioni ad alta concentrazione di incidenti”, consiste nell’individuare le strade in cui si è registrato negli ultimi tre anni un numero elevato e ricorrente di incidenti gravi o mortali. Gli Stati membri dovranno provvedere all’aggiornamento periodico (almeno ogni tre anni) delle classifiche delle strade, attraverso ispezioni e controlli accurati,  e dovranno opportunamente segnalare i tratti delle strade dove più elevato è il rischio di incidente. E, soprattutto gli Enti gestori di strade dovranno prendere tutte le “misure correttive” al fine di ridurre il rischio.
Le priorità individuate sono l’eliminazione di ostacoli fissi al margine della strada, la limitazione della velocità, il miglioramento della visibilità, il miglioramento delle condizioni di sicurezza delle attrezzature al margine della strada, come i sistemi di ritenuta stradale,
il miglioramento della segnaletica orizzontale e verticale, la protezione contro la caduta di sassi, il miglioramento dell’aderenza-ruvidità del fondo stradale.
La Fondazione Guccione spiega anche cosa dovrà fare l’Italia per recepire la Direttiva europea.  Le norme di recepimento devono essere “vincolanti” per gli Enti proprietari delle strade. Gli articoli 14 e 13 del Codice della strada devono essere aggiornati in tal senso prevedendo una sorta di “premialità” (incentivi) per gli Enti che “applicano” con risultato le  normative. E di conseguenza  una sorta di sanzioni per chi non raggiunge risultati.
La Direttiva Europea è prevista per le strade transeuropee. Se ne propone l’estensione all’insieme della rete stradale. È proprio nelle strade comunali, extracomunali e statali che avvengono il numero significativo di decessi ed incidenti e l’estesa chilometrica dove la manutenzione e la datazione di costruzione delle stesse sono il nocciolo dei problemi.
Controllare e sanzionare con un “organo ispettivo” terzo è l’anima della Direttiva. Senza si farebbe solo propaganda. Il modello potrebbe essere quello che il Ministero dei Lavori Pubblici fin dagli  Anni 60 aveva su tutto il territorio. A tal proposito si potrebbero utilizzare – oltre ai dipendenti del Ministero Infrastrutture che hanno compiti di vigilanza e sanzione (attività di “controllo strade e traffico” prevista dagli articoli 11 e 12 del codice della strada tra i compiti del “servizio di polizia stradale”) per il rispetto del codice della strada – anche gli ispettori Inail,  tramite un protocollo tra Inail e Ministero Infrastrutture e Trasporti come è avvenuto in passato tra Cnel e Ministero dei Lavori Pubblici sul Piano Nazionale della Sicurezza.
E proprio relativamente al coinvolgimento dell’Inail, che la Fondazione Guccione, ritiene necessario, l’onlus fa una riflessione: il 52 per cento degli infortuni sul lavoro sono incidenti stradali sul percorso casa-lavoro-casa.
Spesso gli enti proprietari delle strade fanno poco per tenere le strade in regola attraverso una manutenzione programmata che è già prevista, tra l’altro, dall’articolo 14 del Codice della strada.
L’Inail esercita un’azione di controllo e ispezione sui cantieri e nelle fabbriche (o luoghi di lavoro) attraverso la sua rete ispettiva. Più di metà dei morti sul lavoro avviene sulle strade. L’Inail dunque dovrebbe essere chiamato a compiere ispezioni e controlli anche per quei morti (in itinere o per lavoro sulle strade) anche nell’auspicabile necessario organo di ispezione e controllo che la Direttiva prevede per la messa in sicurezza delle strade.
Per ulteriori informazioni si può contattare la Fondazione Luigi Guccione, Centro Argonauta, Piano 3°, Scala B 1, Viale Ostiense 131/l, 00154 ROMA– Tel. e Fax 06.57.11.86.13. Presidente: Giuseppe Guccione, cell. 339.87.08.793 – flgonlus@gmail.com

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