“Poche norme, severe e fatte applicare. Contro chi beve prima di mettersi al volante bisognerebbe intraprendere una battaglia simile a quella contro il fumo. Appena si è vietato il fumo all’interno dei locali pubblici ci siamo messi in riga e oggi siamo il secondo Paese più virtuoso del mondo”. E’ agli antipodi rispetto alla proposta del ministro dell’Agricoltura, Luca Zaia, il pensiero espresso dal presidente dell’Ania, Fondazione per la sicurezza stradale, Sandro Salvati.
“Dobbiamo concentrarci su due aspetti”, aggiunge il presidente dell’Ania. “Intanto la prevenzione: dobbiamo puntare a stimolare molto di più l’educazione civica, a cominciare dai giovanissimi. Il secondo aspetto è rappresentato dal controllo e dalla repressione. Sappiamo che i giovani cominciano a bere sempre più presto. E’ su questo tema che bisogna intervenire in maniera molto forte, applicando il principio della tolleranza zero: chi beve non guida, chi guida non beve. Questi due aspetti devono essere la stella polare per i provvedimenti più prossimi”. L’Ania ha anche ricordato come in Italia vi siano 14 morti al giorno per incidenti stradali. Soltanto nel 2007 sono state 5.131 le croci sulle strade. Salvati ha fatto un paragone che rende l’idea della catastrofe che si consuma ogni anno. “E’ come se ci fossero 20 terremoti d’Abruzzo ogni 12 mesi, un dramma sociale che costa alla collettività 30 miliardi di euro, circa 2 punti percentuali di Pil. E’ come se, ogni 10 anni, sparisse una città come Pordenone o Avellino”.