«Si regolano e si specificano le norme esistenti, eliminando le zone d’ombra che si erano addensate in alcuni punti», ha spiegato Sgalla. «Il cittadino-automobilista sarà ora più tutelato ma, al tempo stesso, per lui cadono scuse e alibi: chi sbaglia, paga». Per quanto riguarda, dunque, gli autovelox, «saranno ben visibili e segnalati in anticipo. La decisione sui tratti di strada in cui collocarli viene ora affidata ai prefetti, in base a un’analisi attenta dei punti critici e di quelli più pericolosi, dove per esempio si è registrato il maggior numero di vittime».
Una novità riguarda, poi, la gestione degli apparecchi che «sarà totalmente sottratta ai privati, cui resteranno solo le operazioni di strumentazione, per essere posta in carico agli operatori di Polizia. Anche questa», ha osservato Sgalla, «è una decisione che garantisce più trasparenza e affidabilità». Inoltre, ha concluso il direttore della Polstrada «sarà tutelata la privacy e la riservatezza, oscurando in foto e video i volti dei passeggeri che viaggiano con il guidatore nell’auto segnalata dall’autovelox». Nelle autostrade, resta il sistema dei tutor, che a intervalli di una ventina di chilometri rilevano non la velocità di punta, come gli autovelox, ma la velocità media di tragitto.