Strada Facendo

Migliaia d’imprese irregolari iscritte all’Albo degli autotrasportatori ma nessuno le “vede”?

Centinaia di inchieste della Guardia di finanza basteranno a far comprendere che il traffico di gasolio acquistato in Paesi esteri e venduto a prezzi più bassi evitando di pagare accise e Iva è un un fenomeno diffusissimo, un “maxi affare”,sottovalutato da troppi, per chi ha grossi capitali di denaro da riciclare ? La domanda sorge spontanea leggendo l’intervista rilasciata al “Corriere dell’Economia (clicca qui per leggere l’articolo integrale) da Cinzia Franchini, presidente dell’associazione di autotrasportatori Ruote Libere, da sempre in prima linea nel denunciare i tanti volti dell’illegalità nel mondo dell’autotrasporto. Con l’ultimo “affondo” proprio sul traffico di gasolio sottocosto proveniente dall’estero, “che ha trovato facile mercato in un periodo in cui il costo del carburante legale” è alle stelle. “Ci sono state centinaia di operazioni della guardia di finanza, è stato un po’ sottovalutato il gioco facile che ha avuto chi ha grossi capitali da riciclare,  si è dato fiato all’economia grigia. Sappiamo da tempo che c’è chi si rifornisce con gasolio destinato all’agricoltura o alla pesca, ma noi abbiamo chiesto di accendere i riflettori su chi prendeva gasolio a prezzi più bassi, grazie al fatto che si eludeva il pagamento delle accise e dell’Iva comprando il carburante fuori dai confini nazionali”, ha affermato Cinzia Franchini, aggiungendo che “gli amministratori giudiziari che oggi gestiscono aziende con depositi di gasolio e distributori di carburante sequestrato hanno confermato questo metodo fraudolento utilizzato da chi dietro aveva clan della malavita”. Una denuncia, quella fatta dalla presidentessa di Ruote d’Italia, accompagnata dall’invito chiarissimo a mettere sotto la lente d’ingrandimento migliaia di aziende di autotrasporto in odore di illegalità e, soprattiuttop, a fare pulizia: “Al 30 settembre 2022 c’erano 101.802 imprese iscritte all’albo degli autotrasportatori; di queste, 18.443 imprese non possiedono neanche un veicolo e andrebbero cacciate, probabilmente fanno intermediazione; altre 1.557 sono state sospese perché presentano delle irregolarità. Questo significa che il 20 per cento di chi è iscritto all’albo è irregolare”, ha concluso Cinzia Franchini. Dicendo apertamente quello che in troppi continuano a far finta di non vedere. 

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