Cicogna: per la stragrande maggioranza delle persone è il nome di un uccello migratore , reso ancor più famoso dai disegni che lo ritraggono mentre “porta” nel lungo becco un fagotto di stoffa con all’interno un neonato. Per gli appassionati di aeronautica è invece un aereo tedesco da ricognizione della seconda guerra mondiale in grado di atterrare in spazi ristrettissimi battezzato, Storch, che tradotto è appunto «cicogna». Ma cicogna è, per gli autotrasportatori, anche il nome delle bisarche, ovvero gli autocarri a due piani sovrapposti per il trasporto di autoveicoli dalle fabbriche alle filiali o alle concessionarie di vendita. “Cicogne” che un’organizzazione criminale aveva deciso però di utilizzare per trasportare merci illegali e pericolose: rifiuti speciali con i quali erano stati letteralmente imbottiti diversi furgoni caricati su bisarche (o cicogne) provenienti dal centro Europa e destinate al Medio Oriente. Un carico fuorilegge da 33 tonnellate scoperto e sequestrato dagli agenti della Guardia di Finanza di Savona e della Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nel porto della città ligure dagli inquirenti che da tempo si erano insospettiti per un notevole aumento del flusso di bisarche, destinate all’imbarco nella struttura portuale, utilizzate per il trasporto di veicoli commerciali, sia nuovi sia usati. Sospetti , ulteriormente alimentati dalla scoperta di furgoni con i portelloni di carico chiusi con lucchetti e in alcuni casi addirittura con la saldatura della serratura delle portiere, che hanno portato a far scattare numerose perquisizioni scoprendo il carico illegale e pericoloso, destinato soprattutto a Libia e Libano, oltre all’utilizzo di motori e targhe di autovetture ricettati. Gli autisti idei mezzi, di nazionalità serba, bosniaca a lituana, sono stati tutti denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Savona, per traffico illecito di rifiuti e per ricettazione. Ventuno veicoli utilizzati per nascondere i rifiuti sono stati invece sequestrati.