Complicare la vita dei cittadini e degli operatori che hanno necessità di utilizzare automezzi sembra essere lo sport preferito dei nostri amministratori pubblici, sport in cui la campionessa italiana è probabilmente il sindaco di Roma Virginia Raggi. Parola del vicepresidente nazionale di Confcommercio e Conftrasporto Paolo Uggè che dalle “colonne” della sua rubrica settimanale il Punto, sul portale conftrasporto.it, torna ad attaccare “la politica dei divieti allo scopo di contrastare le polveri sottili”. “La palma per la maggiore di ignoranza e demagogia va, a mio avviso, al sindaco di Roma che addirittura ha vietato la circolazione agli Euro 6”, scrive Paolo Uggè. “La cosa buffa è che in città circolavano autobus probabilmente con motori ante euro 6. Il risultato non poteva che essere il fallimento dell’abbattimento delle fonti inquinanti. Uno studio effettuato a Milano alcuni anni or sono dimostrò come il potenziale di inquinamento di un vecchio autobus di città fosse pari a oltre 2300 autovetture con moderne tecnologie antinquinamento. Se si considera poi il fatto che con i divieti alla circolazione dei mezzi privati “più puliti” aumentano le corse dei mezzi pubblici più vecchi (e inquinanti) non ci si deve stupire se i livelli delle polveri non scendono. Gli studi scientifici inoltre (non i politici) attestano come le emissioni di particolato siano attribuibili per le autovetture a circa il 30 per cento e al riscaldamento per oltre il 40 per cento. A cosa servono allora interventi che penalizzano la vita dei cittadini?”. Il risultato ottenuto dalla “politica” italiana (capace di un altro “record” sottolineato sempre da Paolo Uggé, ovvero avere “un piano della Ue per il clima che prevede che l’Italia versi circa 900 milioni ma ne riceverà indietro appena 364, praticamente cornuti e mazziati…) per ora, è stato solo uno: complicare loro maledettamente la vita.