“Ci sarà davvero lo sciopero dei Tir? Dipenderà da quali risposte darà il ministro per le Infrastrutture e i trasporti Paola de Micheli nell’incontro del 14 novembre con i rappresentanti delle associazioni di categoria, che finalmente dopo due mesi ha accettato di ricevere. Una cosa è certa: senza risposte precise la protesta sarà una scelta obbligata: il fermo è già stato proclamato e senza confronto la macchina per organizzare l’inevitabile scontro partirà già il giorno seguente”. Non ha lasciato spazio a possibili interpretazioni Paolo Uggè, vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio, che chiudendo i lavori dell’assemblea generale della Fai di Brescia, ha confermato come ogni responsabilità sulla vicenda sia nelle mani del ministro.“Il mondo dell’autotrasporto è rimasto pazientemente in attesa di risposte su temi vitali per la sopravvivenza del settore, che vanno dai tagli ai rimborsi sulle accise per il gasolio, ai provvedimenti sull’ambiente, dalla funzionalità delle Motorizzazioni civili ai trasporti eccezionali bloccati dalla macchina burocratica dopo il crollo del cavalcavia di Annone di oltre due anni fa, fino alla mancata pubblicazione dei costi della sicurezza, al silenzio sul il dumping sociale, sui tempi di pagamento, sulla transitabilità dei valichi alpini”, ha affermato Paolo Uggè. “Problemi che dovrebbero avere la priorità assoluta e sui quali invece non è arrivata alcuna risposta, creando una situazione assolutamente insostenibile. L’organizzazione di un fermo è una macchina complessa: il 15 novembre senza risposte vere, importanti, quella macchina si metterà in moto. E nessuno potrà certo parlare di ricatti da parte di una categoria di lavoratori che ha chiesto un incontro, attraverso Unatras, il 25 settembre scorso e che ha avuto una risposta solo dopo la proclamazione del fermo”.