Transport Logistic di Monaco, ovvero la Fiera più importante del settore logistica e trasporti a livello europeo e fra le più importanti al mondo. Un osservatorio “privilegiato” dal quale è possibile avere una panoramica internazionale sul mondo dell’autotrasporto e della logistica, utile per scoprire importanti novità ma anche per capire quali potranno essere le evoluzioni e, quindi, le strade da prendere da parte dell’autotrasporto italiano per restare competitivo sul mercato. Un osservatorio dal quale Leonardo Lanzi, titolare dalla Lanzi trasporti di Parma e vicepresidente nazionale di Fai Conftrasporto, alla sua seconda presenza all’evento, ha potuto scorgere importanti segnali, in particolar modo legati alla gestione delle imprese del settore e ai servizi offerti, alla sostenibilità ambientale…. Partiamo dai servizi alle aziende e della gestione operativa non solo dei mezzi ma anche dei processi aziendali sempre più tecnologici… “La digitalizzazione sta diventando una componente essenziale per garantire alti standard qualitativi e risposte precise e veloci. Il mercato internazionale chiede sempre più servizi e performance di alto livello e tutto condivisibile lungo la filiera logistica. In questo senso la blockchain (ovvero il registro transnazionale in grado di rivoluzionare i concetti di transazione, proprietà e fiducia registrando, archiviando e condividendo tutte le transazioni che avvengono all’interno della rete, con ogni “nodo” del network che verifica le informazioni inviandole al successivo in una catena composta da blocchi, da cui deriva appunto il termine blockchain) potrebbe rappresentare uno strumento utile. Anche la sostenibilità è un tema che da diversi anni è al centro dell’esposizione fieristica”. Altro tema caldissimo oggi e destinato a esserlo sempre più in futuro con due obiettivi da raggiungere al più presto per la salvaguardia del pianeta: riduzione dei consumi e abbattimento degli inquinanti. Tutti sembrano essere d’accordo che sul breve e medio termine la soluzione si chiama Lng. Da Monaco sono arrivate conferme in tal senso? “Assolutamente sì, e non solo via terra, ma anche via mare. Alcune importanti compagnie marittime hanno infatti annunciato l’interesse a utilizzare sempre di più questo propellente anche in considerazione della normativa che prevede la riduzione della percentuale di zolfo nel carburante in uso con conseguente aumento del costo del prodotto. Ma a difendere sempre più la sostenibilità in futuro non saranno solo i carburanti ma anche tecnologie e processi che aiutano a “risparmiare l’ambiente” utilizzando sempre più il riciclaggio e il riuso, soprattutto degli imballaggi”. La Fiera di Monaco ha riservato ampio spazio al trasporto “combinato”, camion navi, e camion treni. Come appare la situazione italiana paragonata a quella europea e ci sono soluzioni adottate da qualche Paese in particolare a cui dovremmo guardare con particolare attenzione? “Ho potuto constatare di persona un crescente interesse per gli operatori italiani di approcciare maggiormente le soluzioni intermodali e quindi il processo di internazionalizzazione soprattutto verso i mercati dell’Europa e dell’Asia, con in testa la Cina, ma anche dei Paesi ex Csi, la comunità degli stati indipendenti creata da nove delle nove delle quindici ex repubbliche sovietiche. Certamente il fervore per One Belt One Road, la nuova ‘Via della seta’, merita un capitolo a sè anche se forse non c’è ancora totale chiarezza attorno a questo progetto che comunque sta progressivamente indicando modi e sistemi operativi destinati a rendersi mano a mano competitivi. Particolare attenzione merita il concetto di nuova intermodalità che non vede più protagonista assoluto il container quale unità di trasporto come in passato ma trailers (semirimorchi) e hub di trasferimento modale (terminal con magazzini annessi) sempre più considerati nelle strategie degli operatori per la duttilità anche in presenza di spedizioni con quantitativi minimi”.Quest’anno si è registrato un aumento degli espositori italiani soprattutto operatori: aziende “a caccia” di potenziali clienti oltre frontiera o anche alla ricerca di realtà con cui confrontarsi e potenziali collaborazioni da avviare? “La presenza di stand italiani è stata maggiore di oltre il 25 per cento rispetto all’edizione scorsa, avvenuta nel maggio 2017, e questo è un ulteriore segnale che i nostri imprenditori sono attivi e dinamici. Necessitano però di maggior indirizzo e di più libertà di azione per crescere non solo nella cultura d’azienda ma anche nelle dimensioni. Gli operatori stranieri presenti sono tutti maggiormente dimensionati delle tante nostre aziende anche se l’Italia sta comunque dimostrando di poter coesistere in una competizione globale. Una competizione in cui occorre essere “riconoscibili”: e in questo senso partecipare alla Fiera di Monaco oltre a consentire di creare contatti utili, avvicinando partner stranieri con cui collaborare, significa far crescere in modo importante l ’immagine aziendale nei clienti e nei fornitori internazionali”. In Germania c’è stata anche un’importante rappresentanza istituzionale dell’Italia con stand di porti, regioni, interporti e alcune camere commercio: è sufficiente il “lavoro “politico” che si sta facendo o servirebbe di più (e in particolare cosa)? “La presenza istituzionale non è mai mancata e nelle ultimissime edizioni sta incoraggiando anche la presenza degli operatori: questa mutata presa di considerazione è significativa delle potenzialità del nostro sistema imprenditoriale nella logistica e nel trasporto nonostante manchino vere strategie nazionali…”. Quale percezione ha l’Europa dell’autotrasporto e della logistica italiani? “Sicuramente dinamica e con potenzialità ma anche con tanti limiti che spesso sappiamo però superare grazie a una capacità tutta italiana. Personalmente ho provato un grande piacere sentendo un dirigente di una grande azienda di trasporto europea, con oltre 1500 mezzi affermare che la mia non è una piccola azienda ma un’azienda speciale”. E come le è parso che giudichino invece la “guida politica” del nostro Paese? “L’Europa ci sta seguendo con grande attenzione e sono in molti a essere perfettamente a conoscenza sia delle difficoltà economiche sia di quelle legate a una nuova fase politica ancora in ‘assestamento’ soprattutto per il nostro settore. L’importante presenza a Trasnport Logistic di tanti nostri operatori del settore è stato un importante segnale che l’Italia dei trasporti e della logistica vuole e sa essere protagonista e conquistare affidabilità in Europa e nel mondo”. La Fiera di Monaco è stato un importante “osservatorio” anche per “guardare” con gli occhi, oltre che dell’imprenditore, anche del rappresentante di categoria, di chi è chiamato ad aiutare poi moltissimi associati, come quelli della Fai, la principale federazione italiana del settore, a capire i cambiamenti…. “Oltre a me a Monaco c’erano Giampietro Sani e Sergio Piardi, presidente della Fai di Brescia, e non era certo una presenza casuale: la decisione di esserci è stata il frutto di una delle tante riunioni nelle quali gli organismi di Fai Conftrasporto discutono dei diversi aspetti del nostro mondo, dei continui cambiamenti, delle opportunità che si presentano e della necessità di ‘scrutare’ l’inesplorato per non essere al traino di altri. Da quella riunione è nata la scelta di avere uno stand. Questo a significare che l’associazione non è solo tutela degli interessi degli imprenditori, informazione, formazione, assistenza e servizi ma è anche aiutare le aziende a comprendere i propri limiti e le proprie capacità e quindi le opportunità, è saper fare sistema per aiutarsi reciprocamente, è fare rete”.