Stop a divieti e burocrazia: solo così il governo non fermerà il cammino del nostro Paese
Alessandro Cicuta
Da una parte l’esigenza di far diventare il settore dell’autotrasporto più competitivo, dall’altra un’overdose di divieti che frenano la corsa verso la competitività: questo è un controsenso ed è un esempio di come l’Italia debba cambiare strada se vuole davvero dare un futuro alle proprie imprese, e non solo dell’autotrasporto, se vuole garantire lavoro a moltissimi giovani che proprio nell’autotrasporto possono trovare la propria strada professionale. Perché il mondo dell’autotrasporto italiano può rappresentare il futuro per molti giovani, per molte famiglie. A condizione però che la classe politica sappia eliminare molti ostacoli sulla strada di chi lavora, che sappia eliminare quel sovraccarico di burocrazia che è il vero freno per l’intero Paese.
Ad affermarlo, aprendo a Villa Castellina a Soragna, alle porte di Parma, il convegno per presentare la nuova Fai Emilia è stato il presidente Leonardo Lanzi che a nome di tutti gli autotrasportatori di Parma, Piacenza e Reggio Emilia (ma non solo) ha invitato le istituzioni a dialogare con la categoria per risolvere i tanti problemi sul tavolo. A partire magari proprio dai divieti e dalla burocrazia che rallentano e in troppi casi bloccano la crescita del Paese.