Se dovessimo paragonare l’Italia a un veicolo e le Motorizzazioni civili al suo motore potremmo tranquillamente pronosticare un solo futuro per il Belpaese: diventare un gigantesco cimitero delle auto (e dei camion). Già, perché il funzionamento degli uffici ai quali i proprietari di vetture e mezzi pesanti, oltre che moto, sono obbligati a rivolgersi per effettuare pratiche come la revisione di un mezzo, fa acqua da tutte le parti, con mesi di attese. Una situazione denunciata da tempo, sottolineata in particolar modo da chi con i mezzi da far revisionare ci lavora, come gli autotrasportatori, e per la quale erano arrivate rassicurazioni per una rapida assunzione di 280 ingegneri pronti a entrare in servizio nelle sedi dove la situazione è più critica e a smaltire migliaia di pratiche, ma senza che ci siano stati riscontri concreti. Un allarme rosso che nelle ultime ore è tornato a suonare altissimo a Brescia dove, come ha denunciato alla stampa locale il presidente della Fai territoriale, Sergio Piardi, “dopo i disagi creati a maggio con il ritiro da parte delle Forze dell’ordine di 339 libretti di circolazione, misura che ha bloccato l’attività di parecchie imprese di trasporto bresciane, che hanno avuto la sola colpa di scegliere di andare in Motorizzazione ad effettuare la revisione annuale, un’altra tegola è piombata sul settore”. Cosa è successo? Lo spiega sempre il presidente di Fai Brescia: “Con la situazione già in affanno per la mancanza di personale, un organico di 30 persone invece delle 80 necessarie, la decisione di sospendere otto funzionari, senza mettere in atto la sostituzione preventiva, appare penalizzante per gli autotrasportatori e crea profonda preoccupazione”. Il riferimento è agli otto dipendenti della Motorizzazione sospesi dall’incarico dopo essere stati indagati per falso ideologico in atto pubblico, perché sospettati d’aver dichiarato di aver effettuato le revisioni, così come previsto dalla normativa vigente, omettendo in realtà di compiere gli accertamenti tecnici previsti. Limitandosi in particolare, sempre secondo l’accusa, a controllare la funzionalità dei freni e “dimenticando per strada” le prove del gas di scarico, della rumorosità e delle luci. “Ingegneri che non hanno solo competenze sulle revisioni, ma anche su altri uffici che senza la loro presenza non potranno fornire agli utenti la documentazione necessaria”, ha denunciato Sergio Piardi, evidenziando come a Brescia ci siano “ben oltre 2.500 imprese iscritte all’Albo conto terzi che con una media di otto veicoli cadauna contano oltre 20.000 mezzi, ai quali se ne aggiungono circa 30.000 delle imprese in conto proprio, senza contare il trasporto passeggeri, pullman, autobus”. Col risultato che “quotidianamente queste aziende necessitano di certificati di variazione, di immatricolazioni”. Chi li firmerà? E cosa accadrà alle imprese che entro fine anno devono immatricolare i veicoli pesanti per poter usufruire dei contributi ottenuti per il settore e che vedono invece messi a rischio milioni di euro? Chi le risarcirà dell’eventuale mancato contributo di cui non potranno usufruire solo perchè la Motorizzazione non ha saputo fare il proprio lavoro? “Le prenotazioni delle revisioni sono già oggi posticipate a giugno o addirittura luglio 2018 e ogni giorno significa spostare ancora più in là questa data: così non si può più proseguire. Appare chiaro a tutti che le Motorizzazioni provinciali si trovano al collasso ma nonostante la Fai da anni chieda che il servizio delle revisioni venga terziarizzato ai privati, almeno in parte, purtroppo ancora oggi questo non è avvenuto e neppure è stato aumentato il personale come richiesto dal ministro alle Infrastrutture e ai trasporti Graziano Delrio. Comprendiamo le grosse difficoltà della Pubblica amministrazione, ma purtroppo a farne le spese sono sempre gli utenti”.