Strada Facendo

I giovani non guidano più i Tir? “Il Governo ci aiuti a ricreare interesse per questo lavoro”

I camion per viaggiare hanno bisogno di manutenzione, spesso di pezzi di ricambio per il motore. Ma sempre più spesso hanno anche bisogno di “ricambi” in cabina di guida, di nuovi conducenti che possano sostituire la “vecchia guardia”. Già, perché nonostante possa apparire incredibile, soprattutto in un periodo di crisi con fiumi di disoccupati, il mondo dell’autotrasporto fatica a trovare giovani da assumere, pur offrendo condizioni economiche tutt’altro che da “buttare, visto che si parla di cifre che si aggirano sui 2000 euro al mese. A lanciare l’Sos, da Villa d’Este a Cernobbio, teatro del terzo Forum di Conftrasporto, dove è stato invitato a partecipare a uno dei tanti seguitissimi dibattiti che hanno reso ancora più interessante questo appuntamento, è stato Armando Pugliese, direttore dell’area logistica di Italtrans, di Calcinate, in provincia di Bergamo, uno dei “colossi” nazionale dell’autotrasporto, con oltre 500 autisti  alla guida dei Tir e 150 conducenti al volante dei mezzi fino a 35 quintali impiegati invece in un’attività “parallela” e sempre più emergente, l’ “e-transoport”, ovvero la consegna di prodotti acquistati con e-commerce….. “L’età media dei nostri autisti, per il 70 per cento italiani, per il 20 per cento rumeni e per il rimanente 10 per cento di altre nazionalità, è di 48 anni, non certo bassa”, ha spiegato Armando Pugliese, “e occorre prevedere un ricambio che è però difficile realizzare per la semplice ragione che questa professione sta perdendo continuamente appeal.  E temo continuerà, purtroppo su questa strada se non si interverrà frenando il dumping sociale, con l’invasione di imprese dell’Est dove il lavoro costa anche sette o otto volte meno che in Italia, con una concorrenza sleale che sta “squalificando” un mestiere da sempre trainante per la crescita del Paese e per la vita quotidiana di milioni di persone”. Una denuncia  e allo stesso tempo un appello rivolto al Governo e, in particolare,  al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, che intervenendo proprio alla “due giorni” di Villa d’Este a Cernobbio, aveva affermato che “l’Europa deve essere capace di fare i conti con la realtà” e che “i fenomeni di disallineamento e vantaggio competitivo devono essere superati”. “Oggi i dati ci dicono che le imprese di autotrasporto dell’Est hanno guadagnato una fetta enorme di mercato negli ultimi anni, con un incremento del 198 per cento, mentre l’Italia ha fatto registrare, nello stesso periodo, un meno 70 per cento”, ha concluso il dirigente di Italtrans. “Numeri che dimostrano, senza possibilità di dubbi o interpretazioni diverse, che questa professione, se non si interviene, è destinata a perdere sempre più “valore”. Il ministro Poletti ha detto che  la manifattura, pilastro essenziale del sistema economico italiano, ha bisogno di un sistema di logistica e trasporti all’altezza della sfida e che buoni accordi tra le parti sociali possono essere la base utile per fare buone leggi? Il mondo dell’autotrasporto gli risponde che per offrire ai giovani neodiplomati italiani un’opportunità di lavoro e carriera allettante ha bisogno di regole chiare, di un Governo che sappia tutelare in Europa l’impresa di trasporto italiana da una concorrenza sleale che sta trasformando spesso una professione ancora importantissima e con possibilità di farsi “strada nella vita”, in un’opportunità da scartare” Questa professione può dare ancora molto, ma la politica deve aiutarci a non farle  perdere interesse e, in alcuni casi, perfino dignità”.

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