Strada Facendo

Il futuro dei trasporti secondo il Movimento 5 Stelle? Ecco gli errori più gravi da correggere

Ha preso il Programma trasporti e infrastrutture per la mobilità elaborato dal Movimento 5 Stelle, l’ha letto e riletto con l’attenzione che solo un “addetto ai lavori” può avere, e poi ha sottolineato, con la matita rossa degli errori più gravi i passaggi “da bocciare”. O meglio, da rimandare, per promuoverli invece poi, quando saranno stati opportunamente corretti, magari con l’aiuto di chi la materia ha dimostrato di conoscerla al punto da essere promosso a pieni voti. A realizzare questo importante lavoro d’esame del testo realizzato dai “grillini” in materia di trasporti, con la precisa volontà di valutare e condividere, in uno spirito assolutamente costruttivo, altre valutazioni e soprattutto soluzioni, è stato Giovanni Massimiliano Consoli, componente della Segreteria nazionale di Conftrasporto, che ha pubblicato sul sito della stessa associazione (cliccate qui per collegarvi) un testo di “Considerazioni preliminari sul programma trasporti e infrastrutture per la mobilità elaborato dal Movimento 5 Stelle”. 

Ecco il testo (cliccando su www.conftrasporto.it è possibile anche scaricare il testo completo del programma elaborato dal Movimento 5 Stelle).
Meritevole d’attenzione è il documento politico del  Movimento 5 Stelle), intitolato “Programma trasporti e infrastrutture per la mobilità’ – 2016-2017 v3”. Al documento ci si è accostati con serietà e onesta intellettuale, con l’auspicabile intento di aprire un canale di comunicazione costruttivo con un’importante rappresentanza politica del nostro Paese.
In via preliminare, se da un lato, si può affermare che bene fanno, dal punto di vista politico, i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, a occuparsi di temi ostici che riguardano e coinvolgono l’intero Paese sotto il profilo sociale ed economico, dall’altro, sarebbe conveniente che la trattazione di una qualunque tematica, soprattutto se di natura tecnica, venisse affrontata con garbo e rigore scientifico, lasciando da parte preconcetti e pregiudizi di qualunque natura.
Nella parte introduttiva  del documento sono evidenziate le maggiori criticità che secondo il Movimento 5 Stelle interessano il  sistema dei trasporti  nel suo complesso, quali l’eccessivo consumo di carburanti inquinanti, la preponderanza del trasporto stradale rispetto alle altre modalità di trasporto, l’aumento delle emissioni di Co2 in atmosfera.
L’elenco esposto non aggiunge nulla a quanto già verificato e analizzato nel corso degli anni sulle cause che maggiormente affliggono il sistema dei trasporti in Italia e più in generale nel mondo.
D’altra parte gli interventi posti in essere dalla maggior parte dei governi a livello internazionale, vanno proprio nella direzione di ridurre le predette criticità.
Affermare poi che in Italia i  governi nazionali  concedano sussidi pubblici diretti e indiretti alle modalità di trasporto più inquinanti non risponde al vero in quanto semmai è vero proprio il contrario.  Lo Stato, infatti, al fine di stabilire una diretta corrispondenza tra le normative sovranazionali e quelle nazionali,sostiene, promuove e incentiva  (con le poche risorse disponibili) l’uso di veicoli meno inquinanti attraverso l’emanazione di misure e provvedimenti coerenti con le politiche comunitarie, disincentivando quindi l’utilizzo dei veicoli più inquinanti, favorendo la rottamazione di quelli obsoleti e sostenendo l’acquisto di veicoli green a propulsione pulita GPL ed elettrica. Gli obiettivi indicati nel programma, riguardano, in particolare, la capacità del sistema di ripartire in modo equilibrato l’utilizzo delle modalità di trasporto, la decarbonizzazione nel trasporto con l’inclusione di alcuni obiettivi intermedi, la razionalizzazione delle infrastrutture, operata secondo il criterio del fabbisogno reale e delle opere utili, lo sviluppo della modalità ferroviaria. È nostra opinione che tali obiettivi siano realizzabili allorché si comprenda che la complessità del sistema del trasporto delle merci e delle persone è tale per cui il sistema nel suo complesso possa essere migliorato solamente se analizzato e valutato con un approccio pragmatico che tenga conto delle numerose variabili che lo compongono. Una semplificazione generica del settore produce scompensi e deficit che non possiamo permetterci. L’obiettivo comune di tutte le parti sociali interessate allo sviluppo sostenibile del Paese deve essere quello di migliorare la qualità della vita delle persone e non certo quello di peggiorarla adottando politiche prive di significato e fondamento. Investire ad esempio solamente su una modalità di trasporto significherebbe condurre il Paese verso posizioni di arretratezza tecnologica. Per questo motivo, il settore del trasporto, strategico e determinante per lo sviluppo sostenibile del Paese, va considerato nella sua  complessa unitarietà. Di conseguenza le modalità di trasporto devono essere pensate e considerate complementari l’una all’altra. Per concludere due piccole annotazioni: la prima riguarda il dato sul numero di Tir circolanti in Italia riportato nel documento: I Tit, ovvero i complessi veicolari costituiti da una motrice o autocarro con massa superiore a 3,5 tons e da un semirimorchi o un rimorchio, circolanti in Italia sono circa 800.000 e non 4 milioni; la seconda annotazione riguarda la riduzione dell’Iva per i trasporti industriali, sulla quale si può affermare che non è prevista alcuna riduzione fiscale”.

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