Lo stop a Uber “è una sconfitta per le potenzialità di innovazione nel nostro Paese”. Lo dichiara in una nota Altroconsumo che annuncia di aver dato mandato ai propri legali “per affiancare Uber nel ricorso in Tribunale a tutela della pluralità dell’offerta ai consumatori”. “Siamo convinti di una duplice necessità: vedere ristabilito il diritto dei consumatori di godere dei benefici della tecnologia applicati anche al settore dei trasporti, e sostenere anche nel nostro Paese scelte che siano legate allo sviluppo della pluralità dell’offerta, rispondendo alla diversificazione delle esigenze”, commenta Ivo Tarantino, responsabile relazioni esterne per Altroconsumo.
“Il provvedimento del Tribunale di Roma le ha bloccate entrambe. Per questo Altroconsumo ricorrerà in giudizio a fianco di Uber”. L’organizzazione ha chiesto un intervento immediato al premier Paolo Gentiloni e al ministro dei Trasporti Graziano Delrio. “Le esigenze di mobilità degli utenti in Italia”, si legge nella nota di Altroconsumo, “esuberano le possibilità di prestazione del solo servizio taxi: una restrizione a questo servizio come unica offerta del trasporto pubblico non di linea è antistorica”. Oggi, spiega l’organizzazione, “le piattaforme tecnologiche propongono un ruolo innovativo di intermediazione in tutti gli ambiti, che gli utenti utilizzano via device, per accedere a servizi fondamentali. Congelare l’esperienza dell’innovazione significa far arretrare il Paese”. Secondo Altroconsumo è “urgente aggiornare la legge del ’92 – i 25 anni trascorsi sono in realtà un arco temporale infinitamente più ampio, è cambiato il contesto sociale ed esperienziale, la tecnologia, con modelli di business innovativi e ancora in evoluzione sul mercato. La complessità deve essere gestita, ignorarla farà precipitare l’Italia nell’imbuto scivoloso del rifiuto del cambiamento che equivale a perdere in competitività ed essere esclusi dal contesto europeo, dove la normativa ha invece aperto al nuovo”. La legge di settore, conclude Altroconsumo, “deve essere rivista per tener conto delle esigenze da più parti sollecitate – Governo, Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, Autorità dei Trasporti – di una apertura concorrenziale del mercato imposta dalle nuove tecnologie digitali”.