Trasporto merci su rotaia, lo scalo di Lecco è la prova che la cura del ferro può funzionare
Pietro Barachetti
La “cura del ferro”che il ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Graziano Delrio ha “prescritto” all’Italia per guarire la circolazione delle merci (oltre che dei passeggeri)può davvero funzionare? Basta andare allo Scalo ferroviario di Lecco/Maggianico per averne la conferma.Da pochi mesi in quest’area a sud della città è diventata infatti operativa una nuova piattaforma logistica pronta a ricevere i convogli con le rotaieprodotte dalla British Steel nel laminatoio di Hayange, in Francia, e destinate, dopo essere stateclassificate, a essere spedite in tutta Italia, laddovesono necessari interventi di manutenzione con la sostituzione di tratti di binari. Una piattaformagestita dalla Brambilla Scalo, società del Gruppo Battazza di Olginate, che dallo scorso dicembre ha già smistato il materiale di 19 treni, per un peso di 14.250 tonnellate, e che si propone di movimentare 4500 tonnellate di rotaie al mese in arrivo via ferrovia dalla Francia.
“La miglior conferma che il trasporto integrato può diventare una grande realtà, attirando per di più in Italia investimenti esteri”, ha commentatoMarco Battazza, responsabile della Brambilla Scalo, in occasione della presentazione ufficiale del nuovo scalo ai vertici della British Steel, di Rfi, Rete ferroviaria italiana,e Fs, Ferrovie dello Stato, intervenuti alla cerimonia alla quale erano presenti anche l’assessore Corrado Valsecchi, il senatore Paolo Arrigoni, l’ex ministro Roberto Castelli, il presidente di Confcommercio Lecco Antonio Peccati, il presidente della Camera di commercio Daniele Riva,Lorenzo Riva, presidente designato di Confindustria Lecco, e il presidente di Unilever Lecco Vico Valassi. Alla nuova piattaforma, che ha richiesto un investimento di 600mila euro,si sviluppa su 140 metri di lunghezza e 12 di larghezza e ospita nove gru-carri ponte che tra loro si muovono in modo sincronizzato,lavorano cinque persone, tutte dipendenti della Brambilla Scalo, società del Gruppo Battazza che è arrivato così a occupare complessivamente 70 persone, per un fatturato di 18 milioni. Un nuovo passo in avanti per l’impresa di Olginate, proprietaria di 130 mezzi, tra camion, rimorchi e macchinari, che dal 2008 a oggi haregistrato, nonostante la crisi internazionale, un trend di crescita che l’ha portata a raddoppiare complessivamenteil numero dei dipendenti. Grazie a un “segreto” molto semplice, comeha sottolineato Fernando Battazza, vicepresidente dell’impresa di Olginate: “Investire per restare competitivi. Perché la British Steel quando ha deciso di entrare nel mercato italiano ha scelto proprio Lecco come hub per tutte le consegne italiane? Sicuramente per la vicinanza al confine Svizzero, ma anche per la qualità della rete ferroviaria e dello scalo di Maggianico”. Oltre che per la capacità del Gruppo Battazzadi farsitrovare pronto a investire nella nuova struttura, a conferma della volontà della famiglia Battazzadi continuare a far crescere i legami con il territorio. Segnali importanti della vivacità che sanno dimostrare le migliori imprese italiane malgrado mille difficoltà. Segnali che la cura del ferro può funzionare. A patto che a somministrarla siano i migliori “primari” dell’imprenditoria.