“Riteniamo”, ha spiegato il presidente di Anas Gianni Vittorio Armani, “che la strada intrapresa due anni fa che ci ha portato a potenziare la manutenzione, investendo forze e risorse, debba correre parallela a quella della valorizzazione del ruolo delle infrastrutture: non solo dal punto di vista logistico ma anche di veicolo della cultura, dell’arte e del turismo. Ecco perché Anas ha deciso di dar vita al progetto GRAArt, realizzando intorno al Grande Raccordo Anulare di Roma un museo a cielo aperto. Si tratta solo di un primo tassello”, ha sottolineato Armani, “ma l’idea è quella di replicare l’esperimento anche in altre parti d’Italia”.
“Per un progetto diffuso su tutta la città come GRAArt, che coinvolge aree e quartieri molto diversi tra loro”, ha spiegato il direttore artistico David Diavù Vecchiato, “si è rivelato ideale il metodo curatoriale con il quale da molti anni sviluppo e concretizzo le mie idee sull’arte urbana, sia nelle mie opere che nei diversi progetti collettivi che ho finora ideato e diretto. Per interpretare liberamente un’infrastruttura importante come il Gra, ho immaginato un’opera d’arte collettiva in cui ogni artista, prima di intervenire sul muro, fosse spinto alla ricerca dell’identità del territorio in cui quel muro si trova e venisse ispirato dunque da storie e leggende, lavorando con spirito di curiosità ed empatia. Credo che riportare nelle periferie alcuni simboli della Città Eterna che in fondo le appartengono, attraverso un’arte visiva che è nata dal basso, e ha ormai conquistato molti muri urbani, sia una bella rivoluzione di cui in questo momento Roma ha bisogno”. Le aree interessate dal progetto sono Torrino Mezzocammino (via Luigi Guglielmi), Gregna di Sant’Andrea (via Lucio Mariani), Romanina (via Pietro Rosano), Tor Vergata (via della Sorbona), Prenestina (via Collatina), La Rustica (via Damone), Ottavia (via Casorezzo), Trionfale (via Casal del Marmo), Boccea (via di Boccea) e Aurelia (via Aurelia). I murales dipinti in zone periferiche di Roma, si legge sul sito graart.it (clicca qui) dove si possono vedere anche le immagini, “sono indissolubilmente legati a miti, leggende ed aneddoti – spesso poco considerati se non addirittura dimenticati – che interessano memorie ed identità di quelle specifiche aree della città, di cui questi dipinti contemporanei si propongono di divenirne simbolo”.
Credits: www.graart.it