Strada Facendo

L’autotrasporto è pronto a “scaricare” Renzi? Chi dice no al referendum lo fa perché…

Il mondo dell’autotrasporto si prepara a votare in massa no al referendum? Sembrerebbe di sì, almeno a giudicare dal tono dei messaggi arrivati su stradafacendo.tgcom24.it a commento di un articolo pubblicato da Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio, che invitava la categoria a non disertare i seggi. “Ragazzi andiamo a votare anche se tanti uomini politici fanno venire il volta stomaco, e andiamo a votare un grosso No!” si legge nel commento di un lettore che motiva anche la sua personalissima “indicazione di voto: “Renzi e Boschi hanno occupato tutto il possibile (giornali, televisioni etc), hanno anche raccontato delle evoluzioni che non esistono. La pressione fiscale non è diminuita, come dice il signor Renzi, le tasse aumentano”. E sul tema dell’autotrasporto, il lettore rincara se possibile la dose: “sui trasporti eccezionali e sull’attività di noleggio con conducente o sono disinformati, e questo di per sé è grave, oppure hanno provato a prenderci per il c…o. Non commettiamo l’errore di pensare che astenendoci faremo bocciare le modifiche costituzionali. Questo referendum è confermativo e non prevede il raggiungimento del quorum. Andiamo a votare e diciamo No a un governo che non ci ha tutelato in Europa contro il dumping sociale, il cabotaggio abusivo, che non ha in alcun modo affrontato la questione dei tempi di pagamento, che non ha ancora operato per rendere visibile i costi minimi della sicurezza dopo l’ultima sentenza della Corte di Giustizia ma che invece dopo le minacce della committenza aveva in fretta fatto sparire dal sito del ministero i costi minimi”. Un Governo, conclude il lettore, che ora ci mette di fronte “a nuovi divieti”, con la conseguenza “di non poter lavorare. È questa la semplificazione del governo Renzi?”. “Andiamo a votare no, e se qualcuno voterà sì sarà la conferma di quello che molti affermano da tempo: che nella categoria ci sono sì brave persone, grandi lavoratori, seri professionisti, ma anche dei poveretti capaci solo di farsi prendere a calci nel fondoschiena”, si legge in un altro commento, che “infierisce” sui colleghi presi a calci “capaci perfino di ringraziare, votando a favore, chi quei calci glieli ha rifilati…”.  Un’intera categoria pronta a votare no? Difficile crederlo (anche perché ci sono commentatori che invitano a votare sì “se non altro perché questo Governo a cambiare ci prova” o perché “in caso vinca il no al volante c’è il pericolo, e quello sì sarebbe drammatico, che si siedano degli impreparati totali come i grillino sparlanti….) ma di certo l’orientamento, almeno sulla base dei commenti, sembra imboccare questa direzione. E a far cambiare parere alla categoria non sembra essere servita neppure la discesa in campo a favore del sì del professor Romano Prodi: leggere sempre i commenti per credere: “Con Prodi te la godi! È arrivato anche lui, con un messaggio che conferma la caratura del personaggio. Sostiene che la riforma è confusa ma che voterà si. È come sostenere che uno è attirato dalle femmine però si accoppia anche con uomini. Che bella coerenza!”  Prese di posizione da parte di una categoria di lavoratori che può “pesare” centina di migliaia di voti e che al presidente del Consiglio Matteo Renzi sembra non perdonare in particolare una “colpa”: aver promesso di tagliare le tasse ma di non averlo fatto, come confermerebbe un noto studioso di sociologia e politica italiana, il docente universitario Luca Ricolfi, che, scrive l’ennesimo commentatore, “non è certo di centro destra”. Eppure “dimostra con i dati il contrario”. Ovviamente di quanto afferma il presidente del Consiglio Matteo Renzi…

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