Strada Facendo

Migliaia di camionisti fuorilegge “spiati”. E le prove faranno condannare le aziende

On The RoadDal prossimo gennaio 2017 molte imprese di autotrasporto potrebbero avere spiacevolissime sorprese: come vedersi recapitare multe salatissime, o addirittura vedersi cancellare la possibilità di lavorare. Sono le imprese che, forti della scarsità dei controlli che vengono effettuati nel nostro Paese, continuano a violare la legge, soprattutto in materia di orari di guida e tempi di riposo, costringendo spesso i propri conducenti (meglio se stranieri poco professionali ma molto a buon costo) a viaggiare per 12 o più ore ininterrottamente, senza preoccuparsi dei pericoli che questo comporta per la sicurezza stradale. Sono imprese che non sanno d’essere “spiate”, di essere finite in un elenco di “sorvegliate speciali”, e che ogni violazione compiuta dai conducenti è stata inserita in un unico fascicolo sul quale è indicato il nome dell’azienda,destinata a essere chiamata sul “banco degli imputati”, a spiegare perché i propri dipendenti hanno compiuto tutte quelle violazioni e soprattutto perché nessun responsabile dell’azienda è intervenuto per impedirlo. Diventando, a tutti gli effetti, complice (se non addirittura in molti casi il mandante) di ogni violazione. Ma perché attendere l’anno nuovo? La spiegazione l’ha fornita Francesco Baldari, responsabile delle sedi della Motorizzazione civile di Treviso, Belluno, Venezia, Pavia e  Piacenza, intervenendo al convegno, organizzato da Fai Parma e Fai Conftrasporto, dedicato alla sicurezza organizzato nell’ambito degli eventi del primo On The Road – Parma Truck Festival ospitato il 30 aprile e il 1 maggio all’autodromo di Varano Melegari. “Perché solo dal gennaio prossimo, grazie all’entrata in vigore di nuove disposizioni, sarà possibile “colpire” le aziende colpevoli di simili comportamenti, cosa che attualmente non è possibile per l’inapplicabilità di alcune norme stesse”, ha spiegato Francesco Baldari, sottolineando come alcune norme  siano di fatto “carta straccia” perché in conflitto fra loro. Un esempio? Il Codice della strada italiano che fa riferimento ancora al singolo veicolo, e dunque alla possibilità di poter bloccare quel singolo mezzo, mentre l’Europa ci obbliga a c colpire non più il singolo mezzo ma tutta l’azienda. Cosa che sarà possibile da gennaio quando alle varie colpe commesse dalle aziende di autotrasporto verranno dati ben precisi gradi di gravità (infrazioni gravi, molto gravi, più gravi, con moltiplicatori della gravità che porteranno, per esempio tre infrazioni gravi a contestarne una molto grave. E con una “sentenza di condanna” che verrà inflitta all’azienda, oltre che al singolo conducente o camionista. Una condanna che potrà anche significare per gli imprenditori dell’autotrasporto più scorretti la chiusura dell’attività.  Rischio più che concreto, considerato che l’elenco delle violazioni accertate per diverse imprese è già lunghissimo. “Quello che molte imprese ignorano”, ha confermato Francesco Baldari, “è proprio questo: che le stiamo sorvegliando, che stiamo inserendo tutte le loro violazioni in un’unica banca dati, E che da gennaio verrà loro presentato il conto”. La stessa grande banca dati nella quale sono confluiti anche decine di migliaia di imprese di autotrasporto fantasma, ovvero senza neppure un camion di proprietà. Imprese fantasma che avrebbero dovuto essere cancellate da tempo dalle singole amministrazioni provinciali che invece, nella stragrande maggioranza dei casi, non hanno svolto il compito loro affidato. “La cancellazione sta avvenendo ora a livello centrale a Roma, e presto potremo dire di aver ripulito completamente l’Albo dell’autotrasporto da decine di migliaia di realtà di fatto inesistenti. Ecco, per far ripartire un settore dell’autotrasporto dove le imprese professionali che rispettano le regole possano proseguire, e magari accelerare, la propria corsa  e quelle irregolari siano costrette a fermarsi, bisogna passare attraverso queste due strade:  la cancellazione delle imprese fantasma e la “guerra” alla aziende che continuano a viaggiare sa tutta velocità contro mano rispetto alle leggi”.

Credit: Luca Bertozzi

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