Sangalli ha chiesto un colpo d’acceleratore per le riforme economiche di cui il Paese ha bisogno. Comprese quelle relative al sistema di mobilità delle merci e delle persone che “vanta” strutture materiali e immateriali “non al passo con i tempi”. Gli investimenti in questo comparto dal 2000 al 2013 si sono dimezzati e gli stanziamenti di risorse in bilancio sono passati dagli 80 miliardi del 2004 a poco meno di 15 di quest’anno”, ha evidenziato Confcommercio in una nota. “Tutto ciò si traduce”, ha detto sempre Sangalli, “in una progressiva perdita di competitività che rischia di tagliarci fuori dalle nuove rotte internazionali delle merci e mette sulle spalle di ogni italiano una tassa occulta di circa 700 euro l’anno”. Ma perché tutto ciò? Per la semplice ragione che la “questione logistica non è stata colta come una priorità. Su questo punto è necessario un cambio di rotta da parte dell’Esecutivo e della politica tutta tramite una programmazione di più ampio respiro”. Confcommercio ha chiesto al riguardo l’adozione di misure, alcune a costo zero, come l’armonizzazione e l’applicazione uniforme delle regole europee in materia di autotrasporto; il ripristino di un regime di normalità amministrativa nei porti; l’adeguamento infrastrutturale degli scali portuali e la semplificazione delle procedure burocratiche; il rilancio delle autostrade del mare; l’abbassamento dei costi per l’accesso alla rete ferroviaria al fine di rendere il trasporto delle merci su ferro più competitivo. “Non amo gli slogan e le eccessive semplificazioni”, ha concluso Sangalli, “ma penso di poter affermare che per il bene del Paese, delle imprese e dei lavoratori puntare sulla logistica conviene”.
Credits: Confcommercio