E’ davvero fantapolitica pensare che qualche potenza europea, come la Germania, possa aver “guidato” il vecchio continente a spostare i tracciati delle vie del trasporto merci del futuro in modo tale da favorire la Germania stessa (e altri Paesi) a scapito di altri Stati più deboli (come l’Italia)? Ed è davvero solo frutto della fantasia domandarsi se non ci possa essere un machiavellico piano di conquista (usando come armi quelle finanziarie) dietro l’acquisto a prezzi da saldo da parte di alcuni Paesi (come la Germania) di strutture e attività di altri Paesi messi in ginocchio da una crisi drammatica (come accaduto per la Grecia)? Col senno di poi è possibile ipotizzare che possa non trattarsi solo del frutto di una fervida immaginazione. Parola di Paolo Uggé, presidente di Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio, secondo il quale “due più due fa quattro” (cliccate qui per vedere il video dell’intervista).“ Se colleghiamo gli acquisti a prezzi di saldo che sono stati fatti in Paesi come la Grecia; se pensiamo alle scelte di politica condotte a livello comunitario e al fatto che il terminale del corridoio collegato con l’occidente sarà il porto del Pireo, e la zona dei Balcani; se aggiungiamo a tutto questo l’eliminazione del Corridoio Adriatico, direi, come si usa affermare dalle mie parti, che a pensar male si fa peccato ma spesso s’indovina”, ha commentato Paolo Uggé. Come reagire di fronte a un simile possibile scenario? “ Se da parte del nostro governo si acquisirà la consapevolezza di quanto sta per avvenire, saranno necessarie risposte adeguate, tenendo a livello comunitario un atteggiamento “maschio”. Molto spesso ci si dimentica che a livello comunitario si formano maggioranze e minoranze di blocco che si formano in base agli interessi dei singoli Paesi. Se i governi non hanno deciso di adottare questa strategia, la domanda che dobbiamo porci è: non hanno posto il problema dei trasporti come prioritario e decisivo per la competitività? In questo caso avrebbero commesso un gravissimo errore a cui rimediare immediatamente perché l’Italia, piattaforma naturale europea in Mediterraneo, ha bisogno di infrastrutture”.