“Crocetta ci chiede di fermare la protesta perché lesiva dei nostri stessi interessi? Il presidente ha di certo ragione, il fermo è l’esalazione dell’ultimo respiro, l’ultima carta per rivendicare i nostri diritti fino ad oggi calpestati. Si conosceva il precario stato di pilone sull’A19 e le Istituzioni non si sono preoccupate di informare la cittadinanza, è solo un caso che nessuno dei nostri autisti non sia stato coinvolto nel crollo. La Regione e lo stesso Stato si sono dimostrati incapaci di tutelare la sicurezza dei cittadini”. Lo dichiara Giovanni Agrillo, presidente della sezione siciliana della Federazione Autotrasportatori Italiani.
“Ogni giorno”, spiega Agrillo, “percorriamo i viadotti dell’isola, molti di questi da anni in precario stato e ad oggi non esiste un piano di verifica e risanamento. Altro aspetto è quello economico: il presidente Crocetta ha assicurato che entro qualche giorno il Cdm approverà lo Stato d’emergenza, ma a noi non basta. Pretendiamo risposte concrete alle nostre proposte, è trascorso oltre un mese dalla nostra richiesta d’incontro e nessuno si è degnato di convocare un tavolo. Siamo stanchi, sull’orlo del fallimento. Senza lo sgravio dei pedaggi sulla Messina-Catania e sulle Messina-Palermo, senza importanti incentivi sull’utilizzo di navi e treni, senza il potenziamento della linea ferrata tra il capoluogo etneo e quello regionale, presto tutti noi porteremo i libri contabili in tribunale. La Fai Sicilia non ha mai partecipato a fermi dei mezzi, ha sempre scelto il dialogo e la concertazione, via che ci è stata negata dalla Regione e dal Governo. Chiediamo al ministro Delrio, che sappiamo attento alla questione siciliana, di convocare e ascoltare le nostre richieste”.