“Poche ore dopo il crollo del viadotto Himera, che un mese fa ha letteralmente tagliato in due la Sicilia, Conftrasporto-Confcommmercio aveva chiesto al ministro ai Trasporti e alle Infrastrutture Graziano Delrio misure immediate e precise per impedire che quel disastro potesse rendere ancora più pesante la situazione per migliaia di imprese dell’isola, a partire da quelle di autotrasporto. Oggi, a un mese di distanza dal crollo, il Governo si dice pronto a dichiarare lo stato di emergenza. L’augurio è che, come anticipato dalle notizie diffuse in queste ore dalle agenzie, già nel Consiglio dei ministri di venerdì possano essere varate anche misure a favore dell’autotrasporto”.
“A partire della esenzioni, che il mondo dell’autotrasporto aveva immediatamente chiesto all’indomani del disastro insieme ad altre misure quali, l’intervento della Regione e del Ministero per l’abbattimento dei costi per l’utilizzo delle tratte marittime, l’esonero dai divieti di circolazione vigenti per le operazioni di trasporto necessarie a far giungere i prodotti nel resto del Paese, l’eliminazione dei divieti su strade regionali e comunali. Non decidere, insieme allo stato di emergenza, misure a sostegno di un settore penalizzato più di qualsiasi altro dal crollo di un’infrastrutura, non verrebbe probabilmente più letto da migliaia di imprese solo come l’ennesima occasione persa, ma come una precisa volontà di non voler sostenere un settore trainante, come l’autotrasporto, per l’economia del Paese. E questo, temo, potrebbe essere interpretato da migliaia di imprese come qualcosa di inammissibile”. È chiarissimo il messaggio che il presidente di Fai Conftrasporto Paolo Uggè ha deciso di lanciare al Governo non appena venuto a conoscenza delle possibili misure da adottare a sostegno della Sicilia. O in quelle misure ci saranno interventi anche per l’autotrasporto o a rischiare di “crollare” sarà la pace sociale, con la conseguenza di una manifestazione di protesta nell’Isola e forse non solo. “La frana sull’autostrada Palermo-Catania rischia di rappresentare un colpo mortale per l’intera economia siciliana anche perché va a sovrapporsi ad altri problemi irrisolti, ad altri ostacoli sul percorso di chi lavora in Sicilia e che ora non possono più essere rimandati”, ha aggiunto Paolo Uggè, “e nel protocollo d’intesa sottoscritto con il Governo è previsto un tavolo che affronti i delicati problemi che gli autotrasportatori siciliani sono costretti ad affrontare. Quel tavolo noi l’abbiamo risollecitato il giorno seguente al crollo del viadotto, ma senza ottenere risposta. Il Consiglio dei ministri dei venerdì porrà tutti davanti a un bivio decisivo. Chi vorrà prendere strade sbagliate ne sarà il solo responsabile di ogni possibile conseguenza”.