Strada Facendo

Tir fermi per neve anche dove “cade” solo nelle previsioni. Uggè: “Burocrazia folle”

Perché bloccare i Tir in tutto il Paese quando la neve è caduta solo in alcune zone mentre altrove è rimasta una previsione e sulle strade non è caduto neanche un fiocco? A domandarselo sono decine di migliaia di autotrasportatori  per i quali ormai ogni bollettino meteo che annuncia possibili nevicate si trasforma in un incubo. E non per le difficoltà a far viaggiare i propri mezzi, ma per l’impossibilità a comprendere come mai puntualmente, anche in zone in cui non c’è alcun ostacolo al traffico, scattino i divieti di circolazione per i mezzi pesanti. Il che significa bloccare consegne programmate, fermare mezzi e autisti, dover ripianificare il lavoro. In altre parole una montagna di lavoro extra e di denaro sprecato per colpa di una burocrazia assurda. Una situazione denunciata da Paolo Uggé, presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio che in un comunicato stampa parla nientemeno che di “una pervicacia che rasenta la follia nel nostro Paese”.

E che “ancora una volta in queste ultime ore ha portato al fermo gli automezzi pesanti anche se la neve si è rivelata, nella gran parte d’Italia, solo una minaccia o addirittura frutto della fantasia. Perché il Piano neve che venne sottoscritto d’intesa tra Polizia della strada, Autostrade e ministero dei Trasporti non viene attuato?”, domanda Paolo Uggè. “Automezzi e uomini, senza assistenza alcuna, sono lasciati all’addiaccio solo perché qualche ottuso burocrate teme le conseguenze di qualche magistrato in cerca di visibilita.  Questo non è degno di un Paese civile. Il ministro ai Trasporti Maurizio Lupi intervenga subito perché sia superata la fase critica attuale rapidamente e, quel che più conta, si eviti che non possa succedere ancora. Il mondo dell’autotrasporto attende che il ministro Lupi chieda le opportune spiegazioni a chi di dovere, ovvero al “collega” del ministero degli Interni,  e che entrambi i ministeri intervengano, di comune accordo, affinché in futuro  si intervenga usando il buon senso e non la peggior burocrazia”.

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