Strada Facendo

Bilanci di fine anno: per l’autotrasporto c’è anche qualche “voce” in attivo

“Anche il 2014 è stato un anno particolarmente duro per il mondo dell’autotrasporto, così come per l’intera economia italiana, ma facendo un bilancio di fine anno non possiamo non evidenziare, in mezzo a molte voci “in rosso”, anche alcune note positive: a partire dalle risorse stanziate dal Governo per il settore, fissate in 250 milioni di euro l’anno, e che a partire dal 2015 diventeranno strutturali evitando di dover essere oggetto di contrattazione ogni  volta. Ma estremamente positiva è stata anche la decisione di evitare il taglio dei rimborsi delle accise sul gasolio del 15 per cento, ipotesi che, se attuata, non solo avrebbe dato il colpo di grazia a molte imprese ma si sarebbe trasformata in un clamoroso boomerang per il Governo, visto che avrebbe spinto migliaia di autotrasportatori a fare il pieno all’estero svuotando le casse dello Stato”. È questo, in sintesi, il “bilancio di fine 2014 dell’autotrasporto” che Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio, ha voluto stilare solo dopo aver atteso il voto definitivo della Camera sulle misure contenute nel maxiemendamento al disegno di legge di Stabilità del 2015.  “Fra le misure approvate”, commenta Paolo Uggè, ” figurano diverse voci importantissime per il futuro dell’autotrasporto. Mi riferisco sicuramente alle risorse del settore (250 milioni di euro l’anno, una parte dei quali, non superiore al 20 per cento, dovrà essere destinata alle imprese che pongono in essere iniziative per realizzare processi di aggregazione e ristrutturazione aziendale) e alla decisione di cancellare il taglio dei rimborsi alle accise (che altrimenti sarebbe scattato dal 1 gennaio 2015, data a partire dalla quale il rimborso non potrà più invece essere richiesto per i veicoli di categoria ecologica Euro 0 o inferiore, combattendo in questo modo l’inquinamento ambientale), ma non solo. Importanti per il settore sono state anche altre scelte strategiche, come per esempio la previsione che la libertà contrattuale delle parti nel decidere il prezzo del trasporto debba tener conto dei principi di adeguatezza in materia di sicurezza stradale e sociale. Si tratta probabilmente della miglior soluzione possibile, considerando che fornisce risposte precise a chi vuole avere punti di riferimento, mantiene in vita l’azione diretta, riduce la filiera e mette al centro il principio di adeguatezza al rispetto delle regole della sicurezza sociale e della circolazione. Si sarebbe potuto fare di meglio? Sicuramente: per evitare una mediazione obbligata, al fine di impedire azioni ulteriori da parte della Comunità, si sarebbe potuta costruire una soluzione condivisa, ma questo non è stato possibile per ragioni che sono da ricercare soprattutto tra quelle federazioni che hanno operato solo per indebolire il fronte dell’autotrasporto, cercando visibilità personale a scapito dell’unità e, dunque, della forza contrattuale. Considerando tutto questo, il risultato finale del lavoro svolto dal ministro Maurizio Lupi non può che considerarsi soddisfacente”. Ma l’elenco delle voci “in attivo”, per le quali il presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio ha voluto ringraziare personalmente il ministro ai Trasporti e i suoi collaboratori “in particolare per la determinazione del ministro nell’Esecutivo di fronte alle prese di posizione di una committenza che ha cercato di cancellare i punti di riferimento sulle norme della sicurezza”, non è terminato. “Fra quello che di positivo possiamo annotare in questo 2014″, prosegue Paolo Uggè, ” ci sono anche la pubblicazione, da parte del ministero dei Trasporti, dei valori indicativi di riferimento dei costi di esercizio; la condizione pregiudiziale dell’esperimento del tentativo di negoziazione assistita nelle controversie in materia di contratto di trasporto e di sub trasporto; la dimostrazione della capacità finanziaria, attraverso la polizza assicurativa di responsabilità professionale. E, ancora,  la definizione di vettore, committente e sub vettore e la disciplina della subvezione; l’eliminazione della scheda di trasporto. Senza dimenticare che il nuovo calendario dei divieti di circolazione ai Tir per il 2015 è stato “alleggerito”, impedendo che troppi blocchi, spesso ingiustificati, diventassero un ostacolo sul percorso delle imprese; o che grazie alla riduzione sull’Inail e sull’Irap, che riguardano la generalità dei casi, saranno ridotti i costi anche per le nostre imprese… Tutte scelte che potranno consentire al mondo dell’autotrasporto di “ripartire” con il nuovo anno, caratterizzato sicuramente ancora da molte ombre all’orizzonte, almeno con la certezza di avere qualche strumento per poter essere ancora in qualche misura competitivi, garantendo  alle aziende serie, oneste e professionali di poter affrontare la sfida con la concorrenza sleale senza essere sconfitte in partenza. Certo la strada da percorrere è ancora lunga e i progetti da realizzare molti, iniziando dai tempi di pagamento e dalla realizzazione di una banca dati, costruita attraverso lo scambio d’informazioni con gli enti previdenziali, con l’obiettivo d’individuare le imprese regolari da quelle che non lo sono. E poi ci sono problemi di natura più generale, come quelli del potenziamento delle  infrastrutture, del costo del lavoro, dell’eccesso di burocrazia, che discendono in modo evidente da una cronica mancanza di scelta politica di sistema. Ed è questo quello che veramente conta, è questa la vera inversione di marcia da fare: solo se l’Italia imparerà a fare sistema potremo chiudere i bilanci futuri in attivo, senza doverci soltanto accontentare, come avvenuto per il 2014….”.

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