“Fai Sicilia non parteciperà al fermo di cinque giorni a partire dal 28 luglio proclamato da alcune associazioni di categoria in Sicilia. Non è infatti vero che il governo non ha mantenuto i patti, l’ecobonus, seppur con notevole ritardo, è stato corrisposto alle aziende virtuose”. Lo dichiara Giovanni Agrillo, presidente regionale della Federazione Autotrasportatori Italiani. “Sorge quindi il dubbio”, prosegue il presidente di Fai Sicilia, “che la protesta sia strumentale, organizzata ad hoc per tutelare imprenditori che non hanno ricevuto il contributo perché ritenuti irregolari secondo normativa vigente”.
“Se così fosse sarebbe molto grave: non è possibile mobilitare i lavoratori per false battaglie, avventure sindacali dallo scarso valore pratico che come unico risultato avranno solamente quello di deprimere ancor di più il tessuto produttivo siciliano.Trovo inoltre molto singolare che Trasportounito aderente a Confetra, notoriamente contraria ad azioni di fermo, abbia scelto di aderire a tale iniziativa. Sollecitiamo il governo a lavorare per la costruzione del tavolo Stato-Regione promesso, necessario alla discussione e quindi alla risoluzione delle problematiche dell’autotrasporto siciliano peculiari rispetto a quelle vissute dai colleghi oltre Stretto. I nostri imprenditori devono operare in condizioni di svantaggio: in un’isola inadeguatamente infrastrutturata separata dal resto del continente da 3 chilometri di mare attraversati da traghetti oltremodo costosi. Fai Sicilia”, conclude Agrillo, “proseguirà sulla strada del dialogo, l’Esecutivo, dal canto suo, dia quanto prima risposte serie e concrete per risolvere le problematiche dell’autotrasporto siciliano”.