Tuo figlio è un asino a scuola? Potrebbe essere colpa dell’ambiente in cui… respira. Sì dello smog. La Columbia University di New York ha pubblicato uno studio sul Journal of Public Health Policy secondo il quale una piccola riduzione della concentrazione di idrocarburi policiclici aromatici nell’ambiente, ovvero una famiglia di sostanze chimiche che vengono prodotte attraverso la combustione dei carbon fossili, e che infestano praticamente l’aria che respiriamo può favorire un incremento del quoziente intellettivo nei bambini.
Sono stati esaminati 63.462 bambini di New York, nati nel 2002 da mamme con bassi redditi. I loro figli a cinque anni hanno un quoziente intellettivo di tre punti più basso rispetto ai coetanei che hanno respirato aria migliore, con una concentrazione di inquinanti inferiore del 25 per cento. E un Q.I. più basso vuol dire minori possibilità di guadagno quando entreranno nel mondo del lavoro. I ricercatori hanno calcolato anche questo. Eliminare il gap di tre punti rispetto ai coetanei si potrebbe tradurre in aumentati guadagni, per un anno e per l’intero gruppo di bambini, pari a 215 milioni di dollari (circa 156 milioni di euro, ovvero 2.450 euro a testa).