Strada Facendo

Birra e gasolio uniti dalla guerra contro le accise. Quei soldi li paghino i politici…

Molti camionisti hanno avuto sempre, soprattutto d’estate, un ottimo rapporto con la birra. Da bere, preferibilmente, solo la sera, a fine viaggio, quando ormai una media bionda o rossa non può più influire sulla sicurezza di guida ma semmai dare refrigerio dopo una giornata caldissima al volante. Un rapporto quello fra autotrasportatori e la bionda bevanda che ora potrebbe rafforzarsi grazie a una campagna comune: quella contro le accise. Accise che il mondo dell’autotrasporto paga, pesantissime, sul carburante e che gli italiani pagano invece sulla bionda bevanda, unica bevanda da pasto a doverle pagare in Italia, come si legge sul portale di Assobirra che precisa anche come le accise sulla birra in Italia in 11 anni siano raddoppiate. Perché le accise sulla birra e la campagna di Assobirra potrebbero avvicinare ancora di più i due mondi? Perchè  numerosi autotrasportatori associati a Fai Conftrasporto, dopo aver visto la campagna anti accise di Assobirra (per vederla basta cliccare su  http://www.salvalatuabirra.it/labattagliacontinua/) hanno contattato la federazione di autotrasportatori invitandola a realizzare una campagna simile.  Proponendo, alle centinaia di migliaia di autotrasportatori italiani (ma anche a tutti gli altri “addetti ai lavori”,  ovvero altre centinaia di migliaia di persone…) di votare tagli alla spesa pubblica che impedirebbero di “massacrare” di accise sia i bevitori di birra sia tutti i consumatori di ogni prodotto, visto che dai cibi alle bevande (birra compresa), dai capi d’abbigliamento ai farmaci, qualunque prodotto arrivi nelle case degli italiani costa di più solo perché gravato dalle accise, solo perché aggravato di costi da parte di una classe politica incapace di rinunciare per prima a dei benefici, preferendo far pagare agli altri. In attesa di scoprire se anche gli autotrasportatori avanzeranno delle proposte di taglio alla spesa pubblica, ecco i tagli proposti da Assobirra che nel suo portale sottolinea come aumentare le accise non serve, “perché aumenta il prezzo della birra facendo diminuire i consumi con le entrate dello Stato che non cambiano”. Cose che sostiene da sempre anche il mondo degli autotrasportatori. Ecco le 5 alternative proposte da Assobirra ai 35 milioni di italiani che hanno preso in mano almeno una volta un boccale e che sarebbero felicissimi che lo Stato recuperasse in modo diverso i  170 milioni di euro che “costa” l’aumento delle accise sulla birra. Eliminare il finanziamento pubblico ai partiti e all’editoria politica (-150 milioni di euro); tagliare del 15% il contributo dello Stato agli Enti Locali per spese di rappresentanza (-180 milioni);  tagliare del 6% le spese per il funzionamento di Presidenza del Consiglio, Camera e Senato (-162 milioni); tagliare del 7% i trasferimenti a società di servizi pubblici (-167 milioni); tagliare del 50% i contributi alle scuole private (-135 milioni).

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