Vita da cani per i camionisti: il “ristorante” è un tavolino al freddo nell’area di sosta
stradafacendo
Per mangiare si può scegliere tra vista motore e vista guard-rail. La vita del camionista è questa. Ore e ore al volante, a macinare chilometri. Da soli, per giorni e giorni, con il pensiero alla famiglia a casa. Poche compagnie e il pasto consumato dove capita, senza tante pretese. Ai camionisti basta un tavolino e una sedia pieghevole, posizionati in mezzo ad altri camion. Le foto che Doriano Bendotti, segretario provinciale di Bergamo di Fai Conftrasporto, ha deciso di inviare alla redazione di Stradafacendo parlano da sole. E raccontano la dura vita degli autotrasportatori.
Nelle immagini, scattate nell’area di servizio Paganella vicino a Trento, c’è chi mangia da solo, nel piccolo spazio che c’è tra il suo camion e un altro Tir e chi ha apparecchiato a pochi centimetri dal motore. Ma c’è anche chi, come ci ha spiegato Doriano Bendotti, stava lavando i pantaloni in un secchio d’acqua. Poche comodità e tanti sacrifici. Questa è la, spesso dura, vita dei camionisti, per i quali non esistono, lungo le nostre autostrade, aree di sosta e di servizio adeguate, come quelle realizzate invece proprio dalla principale federazione degli autotrasportatori italiani a Villanova D’asti, una quindicina d’anni fa, o quella, nuovissima, di Brescia Est, realizzata sempre con la collaborazione di Fai Conftrasporto e Fai Service, il “braccio operativo” della federazione. “Iniziative con le quali la federazione ha cercato di creare una nuova cultura dell’ospitalità lungo i lunghissimi viaggi dei camionisti, generando allo stesso tempo più sicurezza, iniziative che speravamo potessero essere seguite da altre, analoghe, messe in atto dallo Stato e che invece nessuno ha realizzato”, ha concluso amaramente il suo messaggio Doriano Bendotti . Abbandonando così decine di migliaia di autotrasportatori a se stessi.