Strada Facendo

Gina Lollobrigida e Pagani Automobili cercano aiuti per la piccola Sofia

Il “grande cuore” della Lollo si è commosso per il caso della piccola Sofia, la bimba che soffre di una rara malattia neurodegenerativa che sta cercando di combattere con una cura compassionevole, a base di cellule staminali. Per il suo caso si sono mobilitate “Le Iene”, Adriano Celentano e tanti altri, fino a quando il ministro Balduzzi ha concesso la prosecuzione della cura. Ora scendono in campo la grande Gina Lollobrigida con la famiglia Pagani, quella di Pagani Automobili Modena, casa automobilistica che produce i veicoli più costosi del mondo. “Mai mi sarei sognata di vendere i gioielli che hanno accompagnato la mia vita da diva”, ha dichiarato la Lollo, ma così farà e tutto per la piccola Sofia. L’attrice ha deciso di devolvere parte del ricavato della vendita di molti suoi preziosi alla costruzione di un “ospedale internazionale” con un laboratorio attrezzato per il prelievo, la lavorazione e la conservazione di cellule staminali da destinare alle cure compassionevoli – e gratuite – a pazienti orfani di terapie farmacologiche come Sofia. L’asta, in programma il prossimo 14 maggio a Ginevra, sarà curata dalla nota casa Sotheby’s e ospiterà anche una scultura firmata “Lollobrigida”, un’opera unica in titanio realizzata per l’occasione dalla poliedrica artista. In un articolo della Nazione si legge come “neanche i milionari arabi erano riuscita a sganciare dal collo delicato della “Lollo” il bellissimo collier di diamanti o le perle prodigiose indossate per stare a fianco di Rock Hudson in “Ritorno a Settembre”. Ci sono riusciti Sofia e gli altri cherubini senz’ali affetti dalle peggiori patologie al mondo.”Insieme ai genitori di Sofia ed ai miei cari amici Pagani – quelli delle auto di lusso, sottolinea la Lollo -, che mi aiuteranno a sostenere gli oneri della realizzazione del laboratorio, stiamo pensando a come mettere su una struttura idonea e sicura da cui siano bandite le lungaggini burocratiche e le assurdità giuridiche che impediscono il diritto alla speranza per questi malati dichiarati senza futuro”.

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