Fra il 1990 e il 2010 la CO2 generata dalle navi in partenza dai porti Ue è aumentata del 35 per cento e gli altri inquinanti sono cresciuti fra il 35 e il 55 per cento. Lo afferma l’ultimo rapporto dell’Agenzia Ue dell’ambiente (Aea) sulle emissioni del trasporto marittimo e la qualità dell’aria. Secondo la relazione, gli inquinanti emessi dai trasporti marittimi possono avere un impatto sulla qualità dell’aria specie vicino ai porti e alle rotte del traffico delle navi, ma allo stesso tempo alcuni composti hanno un effetto di “raffreddamento” in termini di riscaldamento globale. “Abbiamo bisogno di iniziative”, afferma Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell’Aea, “che proteggano l’ambiente in generale: la scelta fra un’aria pulita o la riduzione della CO2 contro i cambiamenti climatici è una falsa scelta, l’Europa ha bisogno di entrambe”. Secondo McGlade “evitando movimenti di merci non necessari e migliorando l’efficienza dei trasporti, possiamo occuparci insieme sia dell’inquinamento dell’aria sia della mitigazione dei gas serra”. Secondo l’Aea, la strategia migliore per ridurre tutte le emissioni delle navi è quella di ridurre il consumo di carburante. Inoltre, diminuire la velocità del 10 per cento permetterebbe di tagliare circa il 19 per cento dei consumi di energia.