La trasmissione Otto e Mezzo condotta da Lilly Gruber si occupa dei problemi dell’autotrasporto ma trasporta, nelle case dei telespettatori, un carico di inesattezze. Almeno per quanto riguarda le dichiarazioni rilasciate da un consulente del governo per la Spending Review. Si potrebbe sintetizzare così l’intervento che il presidente nazionale di Fai Conftrasporto, Paolo Uggè, ha scritto dopo aver assistito, venerdì 14 settembre,alla trasmissione condotta dalla giornalista di La7. “Intervenendo alla trasmissione condotta da Lilly Gruber sulla rete La7, il professor Francesco Giavazzi, economista consulente del governo per la Spending Review”, scrive Paolo Uggè, “ha detto testualmente: lo Stato dà molti denari agli autotrasportatori, però li dà in modo incongruente perché da un lato sussidia il prezzo della benzina e dall’altro sussidia quelli che prendono il camion e lo mettono sul treno. Allora l’effetto è nullo. Si spendono denari. Ma o sussidi il trasporto su rotaia o gli riduci il prezzo della benzina. L’effetto totale mi sembra nullo. Che dire del consulente governativo? Sarebbe facile sostenere che non possiamo che essere d’accordo a eliminare i sussidi per tutti gli automezzi alimentati a benzina, anche perché per noi quello che conta è il prezzo del gasolio. Ma come si può sostenere simili inesattezze? Al di là di questa osservazione il drammatico è quello che traspare. Il professor Giavazzi evidentemente non conosce il meccanismo del recupero dell’accisa previsto da una disposizione comunitaria. Per inciso, a beneficiare dell’applicazione della norma è proprio chi utilizza e paga i corrispettivi dei trasporti, l’incremento dell’accisa è neutro e non incide dunque sul prezzo del trasporto nè sull’unità di prodotto. Questo al di là di quanto sostenuto da chi disserta sui temi del trasporto. Ovviamente si tratta di “luminari esperti”. Chissà che non siano stati loro a mettere fuori strada il consulente del Governo. Per quanto riguarda poi il bonus per il trasporto su treno, non esiste da tempo. Il motivo è che finiva con l’essere un’ulteriore modalità per “aiutare “ il trasporto ferroviario che attraverso società controllate stipulava contratti di trasporto. In sostanza prosciugava i fondi a disposizione lasciando le briciole a chi era interessato a utilizzare la modalità ferroviaria anziché la stradale. Forse se i tecnici che ci governano avessero chiesto a chi conosce i meccanismi esistenti nel settore avrebbero potuto conoscere con più esattezza come stanno le cose, evitando di inserire nel nuovo decreto in corso di emanazione (nell’interesse del Paese ci auguriamo che così non sia) decisioni che faranno scattare azioni sindacali da chi non ha avuto fino a oggi l’onore di poter incontrare il ministro delegato. Se la decisione del Governo risulterà così intrisa di tanta superficialità la risposta sarà molto pesante. Esisteva veramente la necessità di ricorrere a un “così illuminato consulente per arrivare a simili conclusioni?