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Auto, vendite a picco in Italia: gli addetti ai lavori chiedono più incentivi e meno tasse

È un inizio d’anno da incubo per il mercato italiano dell’auto. A gennaio, infatti, le nuove immatricolazioni sono state 137.119, il 16,93 per cento in meno rispetto a un anno fa. Un dato mai così basso dai primi Anni 80, come rileva l’Anfia, che con tutti gli altri operatori del settore chiede al Governo urgenti interventi strutturali per stimolare la crescita e rilanciare la filiera. In pratica, nuovi incentivi, una diminuzione del carico fiscale, prezzi dei carburanti e delle assicurazioni più bassi. 

Il Centro Studi Promotor GL events chiede con urgenza di “adottare nuovi incentivi a costo zero”, ed evidenzia i quattro fattori che “stanno pesantemente influendo sul mercato”: il fortissimo carico fiscale, il livello stratosferico del prezzo dei carburanti, quello dei premi di assicurazione e la debolezza della domanda interna. “La possibilità di rimuoverli”, dice il Csp, “è interamente nelle mani del governo”. Per il presidente dell’Unrae Jacques Bousquet, “se proiettassimo sull’intero anno la stagionalità espressa dal risultato di gennaio, il mercato nel 2012 chiuderebbe al di sotto di 1.500.000 immatricolazioni”. Il presidente dell’associazione delle case automobilistiche estere in Italia chiede al Governo “urgenti interventi strutturali”, sollecitando il varo di un “non più rinviabile programma di rinnovo del parco”. Per Guido Rossignoli, direttore generale dell’Anfia (associazione nazionale fra industrie automobilistiche), il dato delle immatricolazioni italiane a gennaio è “così basso che non è più sufficiente risalire al triennio critico 1993-1996, ma occorre spostare il termine di confronto ancora più indietro, all’inizio degli anni Ottanta”.
“Il 2012 apre in modo drammatico, registrando il risultato peggiore degli ultimi dodici anni”, rileva il presidente di Federauto Filippo Pavan Bernacchi. Per il presidente dell’associazione dei concessionari, “paradossalmente il Governo è il primo danneggiato poiché perde, su ogni auto invenduta, circa 5.000 euro tra Iva e tasse varie”.
Nonostante lo scenario drammatico, Fiat Group Automobiles conferma a gennaio la quota di mercato di un anno fa, segnando il 29,47 per cento contro il precedente 29,46 per cento. In calo del 16,92 per cento le immatricolazioni, attestatesi a 40.403 unità: ma, come sottolinea in una nota il Lingotto, la flessione è in linea con quella del mercato. Da Torino evidenziano anche i risultati positivi di Lancia, che migliora la quota al 5,1 per cento dal 4,33 per cento di un anno fa e, soprattutto, di Jeep, che incrementa le vendite del 44 per cento a 687 unità. Alfa Romeo Giulietta si conferma tra le vetture più vendute del segmento C e ha ottenuto il 16 per cento di quota. Il brand del Biscione ha subito però a gennaio un calo del 33,3 per cento a 4.385 unità. Fiat, con oltre 28mila immatricolazioni, ottiene una quota del 20,7 per ecnto e le sue vetture si confermano al vertice delle più vendute. Prima è la Panda, seguita dalla Punto. La 500 è quarta. La Nuova Panda invece ha totalizzato già 14.000 ordini. Tra i marchi esteri, in testa alla classifica si conferma Ford, seguita da Volkswagen, terza è Citroen, mentre Opel scende al quinto posto e Renault all’ottavo. L’altra francese Peugeot è quarta. Tra le tedesche Audi si conferma prima, seguita da Mercedes e Bmw.

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