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Stop ai camion nel Tirolo, la Corte di Giustizia europea condanna l’Austria

“Il divieto posto dall’Austria di circolazione degli autocarri che trasportano determinate merci sull’autostrada della valle dell’Inn, nel Tirolo, è incompatibile con la libera circolazione delle merci”. Lo ha deciso mercoledì la Corte di giustizia dell’Ue. La sentenza dei giudici europei è importante per l’Italia in quanto l’autostrada A12 nella valle dell’Inn, costituisce una delle principali vie di comunicazione tra il sud della Germania e il nord Italia.

Nella sua sentenza, la Corte di giustizia europea conclude che “l’Austria, adottando un divieto settoriale di circolazione senza avere sufficientemente esaminato la possibilità di fare ricorso ad altre misure meno restrittive, ha limitato la libera circolazione delle merci in modo sproporzionato”. La vicenda riguarda divieti successivi posti dell’Austria sull’autostrada A12 nella valle dell’Inn.
La vicenda risale al 2003, quando le autorità austriache, avendo constatato che su quell’autostrada era stato superato il valore limite annuale di biossido di azoto (NO2), fissato da due direttive europee, ha adottato un divieto di circolazione per alcuni autocarri e alcune merci, su un tratto di 46 chilometri. In quel primo caso la Corte di giustizia ha dichiarato quel divieto incompatibile. A seguito di quella sentenza, le autorità austriache hanno attuato nuove misure, ma non rilevando un miglioramento della qualità dell’aria sull’autostrada A12, hanno vietato la circolazione agli autocarri che trasportano oltre 7,5 tonnellate di determinati prodotti su un tratto dell’autostrada di circa 84 chilometri. Così mercoledì, per la seconda volta, la Corte di giustizia dell’Ue ha condannato l’Austria ricordando che “gli Stati membri dispongono di un potere discrezionale nell’adottare quelle misure, devono però esercitarlo nel rispetto delle norme dell’Unione, in particolare nel rispetto del principio della libera circolazione delle merci”. Inoltre, “non è stata chiaramente dimostrata l’inadeguatezza delle principali misure alternative proposte dalla Commissione all’Austria, quali misure meno restrittive”.

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