Strada Facendo

Taxi, che disastro! A Roma i peggiori, con percorsi allungati, tariffe gonfiate…

Il taxista perde il pelo, ma non il vizio. Deviazioni lunghe (fino al 213 per cento dei chilometri in più rispetto al percorso più diretto) e costose, limiti di velocità non rispettati (fino a 42 chilometri all’ora in più in città), incroci superati nonostante il semaforo fosse rosso, guida aggressiva e imprecazioni contro il traffico, e perfino lamentele nei confronti dei clienti “colpevoli” di indicare una meta troppo vicina… È questo il quadro, tutt’altro che confortante, che emerge dall’analisi dell’ispezione dei servizi di taxi di 22 grandi città europee, realizzata dagli Automobile Club europei nell’ambito del programma internazionale EuroTest. Nessuna tra le città oggetto di test ha ricevuto il punteggio di “ottimo”.

Sette, tra cui Milano, hanno ottenuto “buono” (insieme con Barcellona, Berlino, Colonia, Lisbona, Monaco, Parigi) e otto “sufficiente” (Bruxelles, Ginevra, Amburgo, Oslo, Rotterdam, Salisburgo, Zagabria, Zurigo). Sei, tra cui Roma (Amsterdam, Lussemburgo, Madrid, Praga, Vienna), sono state classificate “insoddisfacente”, mentre una, la slovena  Lubiana, “scarso”. “Un servizio di taxi efficiente e di qualità”,  ha dichiarato il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Enrico Gelpi, “è una componente essenziale per lo sviluppo della mobilità urbana del terzo millennio. Per questo occorre investire, in particolare, nella formazione specifica per i conducenti, inserendo nei programmi d’esame anche conoscenze di base sui principali luoghi di interesse turistico ed artistico. C’è l’esigenza”,  ha aggiunto sempre Gelpi, “di armonizzare i regolamenti a livello europeo per applicare gli stessi requisiti giuridici e gli stessi obblighi a tutti i tassisti. E’ necessario anche che le organizzazioni di categoria si autoregolamentino introducendo controlli specifici per garantire il rispetto delle norme e il rapido superamento dei disservizi”. Tra le altre carenze evidenziate dal test: lingua inglese (difficile comunicare in inglese con la metà dei tassisti); carte di credito (più di un terzo dei tassisti non ha accettato il pagamento con carta di credito); destinazione sbagliata (molti passeggeri sono stati accompagnati in destinazioni sbagliate o fatti scendere a 500 metri dal posto richiesto;  informazioni (incapacità di fornire informazioni su attrazioni turistiche e ristoranti); veicoli (dotazione, pulizia e ordine hanno lasciato a desiderare e alcuni bagagliai erano pieni di oggetti e non c’era spazio per i bagagli del passeggero); scarsa trasparenza (spesso tariffe, identificativi dell’autista o della società non erano indicati). La miglior corsa singola si è svolta a Barcellona (dall’aeroporto alla stazione ferroviaria principale), ricevendo un punteggio quasi pieno.

La peggiore corsa singola, invece, si è svolta a Roma (dalla stazione Termini  alla Fiera): il  tassista, o meglio, il tassinaro, ha perso la strada due volte,  allungando di quasi il 60 per cento il tragitto. E, come non bastasse, ha poi richiesto al cliente 69 euro invece dei 62,90 euro indicati sul tassametro. Un prezzo molto più alto rispetto ai circa 50 euro, per il percorso diretto, indicato dal listino prezzi del taxi. Infine, il taxi in questione non aveva l’aria condizionata, un motore molto rumoroso, un finestrino rotto e dei fazzoletti di carta usati, sparsi in giro per l’abitacolo… Per chi volesse leggere il dossier completo è disponibile online all’indirizzo http://www.aci.it/fileadmin/documenti/notizie/Comunicati/dossier_taxi_2011.pdf

 

 

Exit mobile version