Strada Facendo

Camionista trova 10mila euro di biglietti del treno ma non trova la ricompensa

I camionisti hanno un cuore grande e spesso lo dimostrano. Sono  generosi, ma non certo degli sprovveduti. È questo il doveroso preambolo della curiosa storia che vede protagonista un giovane autotrasportatore di Ospitaletto, in provincia di Brescia. Lo scorso anno, Vincenzo Botti, questo il nome del camionista, ha trovato davanti a casa un plico di biglietti ferroviari. Un numero notevole di tagliandi per circa 10mila euro di valore. Botti non ci ha pensato due volte e ha contattato le Ferrovie dello Stato per la restituzione. Certo che per quel gesto si sarebbe aspettato una ricompensa. Per esempio un viaggio gratis fino a Roma sul moderno “Frecciarossa” servito e riverito, in prima classe naturalmente. Invece niente e così, a un anno di distanza, il camionista si è affidato a un avvocato. 

“Quando ho chiesto una ricompensa”, ha spiegato Vincenzo  Botti al giornalista Massimo Magli di Bresciaoggi.it, “mi sono sentito rispondere che i biglietti sono assimilati a beni pubblici e che pertanto non sono liquidabili in alcun modo dei premi sul ritrovamento. È un’assurdità, perché se quei biglietti fossero stati rivenduti o utilizzati da un cittadino non onesto, avrebbero avuto un valore equivalente a quello stampigliato sui documenti di viaggio”. Rifacendosi alla prassi del 10 per cento di rimborso sui valori ritrovati e consegnati, ora Botti ha chiesto in sostanza mille euro di «riconoscenza», che gli sono stati negati e per questo motivo si è rivolto all’avvocato Lorenzo Margiotta del Foro di Brescia, che il 14 ottobre andrà davanti al Tar per difendere gli interessi del suo cliente: “È una piccola soddisfazione che mi voglio togliere”, ha commentato Botti su Bresciaoggi.it, “perché è assurdo che un ente pubblico non riconosca la buona azione fatta da un cittadino comune nell’interesse della collettività. Del mio gesto infatti non ne beneficia un privato smarritore, ma un ente pubblico, e quindi tutti i cittadini che vengono in questo modo privati di un danno”.

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