Per realizzare questo “diario di viaggio” ci siamo basati sui dati elaborati da una simulazione effettuata da un’associazione di autotrasporto svedese aderente all’Iru, associazione che nel mondo rappresenta le imprese di trasporto merci e persone. Con un solo obiettivo: rendere obiettivamente evidenti le conseguenze di ciò che potrebbe realisticamente accadere se improvvisamente i Tir smettessero di circolare. Lo scopo non è certo quello di preoccupare o di creare inutili (e sempre dannosi) allarmismi, ma far riflettere. Magari anche sui messaggi fuorvianti e senza alcuna base documentabile (lo sapevate che, dati Istat alla mano, è proprio nelle giornate in cui non circolano i Tir che ci sono più incidenti sulle strade?) che qualcuno sta lanciando solo per ottenere facili consensi. Messaggi (assolutamente privi di fondamento) come quelli che riguardano le alternative al trasporto su gomma che non solo in Italia, sono insufficienti. È da ipocriti e impreparati imputare all’autotrasporto il fatto che in Europa il 91 per cento delle merci viaggi su gomma su distanze non inferiori a 50 chilometri). Ed è da ipocriti e impreparati non sottolineare che la colpa è di una politica incapace di far viaggiare davvero “strade e mezzi alternativi” o, peggio ancora, fingere che queste alternative esistano. Ma in Italia spesso ipocrisia e ignoranza viaggiano a tutta velocità. E così ecco i soliti “esperti” affermare che i Tir sono i maggiori responsabili delle morti che si registrano sulle strade (quando, al contrario, le vittime aumentano nei giorni nei quali non circolano).
È da questa realtà, fatta di pochissima preparazione e conoscenza dei fatti e di moltissima voglia di apparire che nascono proposte come quella di ridurre i giorni di circolazione dei tir. Col solo risultato di metterne molti di piùin circolazione nei giorni di non divieto. Dal 2 al nove agosto, ogni giorno, attraverso la campagna di sensibilizzazione realizzata sulla base dei dati provenienti dalla Svezia (Paese dove diverse cosette funzionano meglio che da noi….) vogliamo suscitare una riflessione, negli utenti e nel Governo, di quanto la vita di un Paese dipenda essenzialmente dal trasporto su gomma. Adattando i parametri utilizzati in Svezia, giorno per giorno descriveremo ciò che succederebbe in Italia.. E scopriremo che senza tir il sistema Paese è destinato inesorabilmente a entrare i crisi. Una crisi profonda, devastante: senza camion l’Italia si fermerebbe e la paralisi si estenderebbe rapidissimamente a tutti i settori: dai supermercati ai ristoranti, dai distributori di carburanti, alle officine. Vivremmo in un Paese fantasma. Ricercare soluzioni alternative al trasporto su gomma è indispensabile, e chi si occupa di politica dei trasporti non può che condividere tale assunto; ma altrettanto indispensabile è sapere che, in assenza di alternative reali, concrete, introdurre ostacoli sul percorso dei tir serve solo a incidere, in negativo, sulla qualità della vita dei cittadini e sull’economia. Dal 2 agosto seguiteci in questo viaggio virtuale, ma non troppo…
Paolo Uggé (vicecepresidente nazionale di Confcommercio, consigliere del Cnel e presidente nazionale di Fai Conftrasporto.