“Spendiamo 7,4 miliardi di dollari l’anno per mantenere sicura l’aviazione ma i nostri passeggeri vedono solo problemi”, ha detto Giovanni Bisignani, direttore generale della Iata. “I passeggeri devono essere in grado di arrivare al gate d’imbarco con dignità. Dobbiamo fare investimenti coordinati per volare in modo civile. Il checkpoint di oggi è stato progettato quattro decenni fa, per bloccare i dirottatori che trasportavano armi in metallo. Da allora abbiamo innestato procedure più complesse per affrontare le minacce emergenti. Siamo più sicuri, ma è tempo di ripensare tutto. Abbiamo bisogno di passare da un sistema che cerca oggetti offensivi a uno che può trovare persone pericolose. Alcune tecnologie devono ancora essere sviluppate, ma anche proponendo ciò che abbiamo oggi potremmo assistere a grandi cambiamenti nel giro di due o tre anni”. Con il checkpoint del futuro non sarà più necessario il passaggio individuale. I passeggeri verranno infatti indirizzati verso uno di tre tunnel: “viaggiatore noto”, “normale”, e “sicurezza rafforzata”, suggerito da un identificatore biometrico nel passaporto (chip) o da un altro documento di viaggio che fa scattare i risultati di una valutazione dei rischi condotta dal governo prima che il passeggero arrivi in aeroporto. Le tre corsie avranno la tecnologia per controllare i passeggeri in base al rischio. I “viaggiatori noti” che hanno registrato e completato precedenti controlli con le autorità governative avranno accesso accelerato. Lo screening “normale” sarebbe per la maggior parte dei viaggiatori, mentre i passeggeri per i quali sono disponibili meno informazioni, che sono selezionati in modo casuale o considerati “un rischio elevato” avrebbero un ulteriore livello di screening. La tecnologia è in via di sviluppo e il processo di sicurezza potrebbe essere combinato alla dogana in uscita e alle procedure di immigrazione, semplificando ulteriormente l’esperienza dei passeggeri.
Attraverso l’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile (Icao), 19 governi, compresi gli Stati Uniti, stanno lavorando per definire gli standard per un checkpoint del futuro. La Iata sta anche coordinando in stretto contatto con il Dipartimento della Homeland Security il programma del Checkpoint del domani, che ha obiettivi simili.
Sono quattro i passi previsti per il controllo del checkpoint del futuro. Eccoli nel dettaglio.
Primo passo: il passeggero mette il passaporto di ultima generazione con chip in un lettore biometrico che controlla e indirizza il viaggiatore in quale dei tre tunnel passare.
Secondo passo: il passeggero si avvicina all’ingresso del tunnel indicato dove c’è un secondo lettore biometrico del passaporto e uno dell’iride che ne verificano l’identità. Una luce verde dà il via libera al passeggero a entrare. Se ha sbagliato tunnel il lettore gli indica su uno schermo in quale deve passare.
Terzo passo: il passeggero cammina nel tunnel mentre entra in funzione il sistema elettronico di sicurezza, che è differente per ciascun tunnel, e può andare dai raggi X al rilevatore di metalli o liquidi; nel corridoio per il passeggero “conosciuto” ci potrà essere un body scanner totale, e nel caso della persona a rischio che passa al controllo “rafforzato” raggi X di livello superiore.
Quarto passo: se si accende una luce rossa nel tunnel del passeggero “sconosciuto”, il viaggiatore viene invitato dalla sicurezza a passare nel tunnel normale per ulteriori controlli. Se non si accendono altre luci di allarme il passeggero completa il processo.