“Onestamente”, spiega sempre Ciro Russo, “non mi sembra che questi numeri siano la sintesi di un successo, ma allo stesso modo non dimostrano che gli autotrasportatori non abbiano gravi difficoltà da dover risolvere, ma è solo il segnale che la politica di criticare senza mai avanzare proposte serie e concrete non paga. Il ruolo delle associazioni è quello di rappresentare gli interessi della categoria, manifestandoli in maniera responsabile e mostrando le possibili soluzioni che siano giuridicamente valide e fisicamente determinabili e non quelle unicamente desiderabili. Quest’ultimo modo di fare associazione si chiama demagogia. Forse è importate ricordare a tutti cosa significa demagogia, parola che deriva dal greco e vuol dire trascinare il popolo. Indica un comportamento politico che attraverso la retorica e false promesse vicine ai desideri degli elettori mira ad accaparrarsi il suo favore. Spesso il demagogo fa leva su sentimenti irrazionali e bisogni sociali latenti, alimentando la paura o l’odio nei confronti dell’avversario politico o di minoranze utilizzate come “capro espiatorio”. Non vi sembra”, commenta Ciro Russo, “troppo simile ad alcuni atteggiamenti dei “televisivi rappresentanti di categoria”. Gli autotrasportatori hanno bisogno di associazioni che insieme riflettano per costruire. Non è possibile che tutto quello fatto finora sia sbagliato e insensato e nei cassetti di qualche associazione, anzi di un’unica associazione, esista il manifesto per riequilibrare i difficili problemi del settore. Come si regola lo squilibrio tra domanda e offerta del servizio di trasporti?” chiede Ciro Russo. “Come si regola l’asimmetria del potere contrattuale tra committenti e trasportatori? Come si regola l’esigenza di trasporti pagati il giusto con l’esigenza dell’Unione europea di avere libera concorrenza? Come si regola la perdita di sovranità dello Stato Italiano nei confronti dell’Unione europea che non permette di prendere decisioni in merito a imposte indirette (accise) e altri regolamenti? Come si agisce sui prezzi delle materie prime come il gasolio, quando sono creati da meccanismi molto lontani da tutti i possibili decreti che possa fare qualsiasi ministero? E per ultimo come si regola la concorrenza dei vettori esteri, che per definizione non sono soggetti alle leggi italiane per i trasporti internazionali? Mi rendo conto che a volte le soluzioni sembrano semplici e intuitive, ma bisogna sempre fare i conti con la verità. Oggi esiste una legge che tutela il trasportatore e tutta la collettività facendo leva su un principio universale di sicurezza sociale, fissando dei parametri da rispettare per i trasporti ed elevando pesanti sanzioni per i committenti che non rispettano. Si può migliorare, si deve modificare, si deve stimolare gli enti pubblici per il controllo… Sicuramente sì e questo che la Fai da sempre si impegna a fare… Promettere agli autotrasportatori “Panem et circenses” non è corretto e soprattutto non è quello che le imprese, quelle che riempiono le piazza e le autostrade con i propri camion, ci hanno chiesto…”.