“È inevitabile e largamente prevedibile”, afferma il segretario generale Maurizio Longo, “che la tensione torni a salire fra imprese di autotrasporto ormai strangolate dall’aumento dei costi di gestione e dal ribasso delle tariffe richieste dai committenti”. L’intesa con il Governo del 17 giugno scorso, come previsto da Trasportounito che non l’ha sottoscritta, “non ha prodotto alcun tipo di risultato concreto e quindi gli autotrasportatori, allo stato attuale, non hanno strumenti normativi di tutela in grado di tamponare una situazione che da critica è divenuta drammatica. Oltre alla crisi economica, e ai costi non remunerati dalla committenza, si abbattono sulle imprese di autotrasporto italiane tutte le inefficienze del sistema e quelle generate dall’inasprimento del Codice della strada, dall’obbligo del sistema Sistri, dal costoso e probabilmente inutile filtro antiparticolato conseguenza dei piani aria regionali nonché dalla eccessiva burocratizzazione”. Al momento non risulta che alla protesta abbiano aderito altre sigle dell’autotrasporto.