“La competenza sull’inquinamento è di Regione e Comune”, aggiunge la Prestigiacomo. “Noi siamo intervenuti perché era stata avviata una procedura di infrazione da parte della Commissione europea che rischia di essere salatissima. Abbiamo analizzato le cause dello smog e ci siamo resi conto che il settore dei trasporti è quello sul quale si potrebbe intervenire in maniera più efficace”. Da qui la proposta di un decreto che prevede l’applicazione di filtri antiparticolato su camion e mezzi del trasporto urbano. Dispositivi molto cari, dal costo di circa 8mila euro l’uno. Per questo sono arrivati degli incentivi. Peccato che i soldi stanziati dal ministero dell’Ambiente non bastino. Il resto, scrive il Corriere, doveva aggiungerlo il tesoro. “Non ci sono altre misure miracolistiche”, spiega la Prestigiacomo. “Certo si potrebbe imporre ai camionisti di cambiare mezzo e passare a quelli ecologici. Ma chissà quante ostilità avremmo raccolto”. Ora il ministro fa i conti: la multa per l’infrazione comminata dalla Commissione europea sarà di circa un miliardo e mezzo di euro: “Investendo un sesto in contributi per la sostituzione dei filtri”, conclude la Prestigiacomo, “ridurremmo il Pm10 e spenderemmo meno”.