I problemi di un camionista indiano, di un camionista milanese e di un camionista siciliano non sono molto differenti. Fatto sta che nei prossimi giorni sono in programma delle agitazioni in Italia e in India. Se nel Bel Paese sul piede di guerra ci sono delle sigle minori, lo stesso non si può dire dell’India. I camionisti indiani starebbero infatti programmando uno sciopero a tempo indeterminato a partire dal 5 dicembre per protestare contro l’aumento delle imposte sul trasporto su strada. Lo ha fatto sapere un portavoce della All India Motor Transport Congress, che rappresenta nientemeno che sette milioni di camionisti, tre milioni di autisti di autobus e 160mila società di trasporto. Un dato, quest’ultimo, che fa pensare. Se si fa un rapporto tra le imprese e gli autisti, si può ben capire come l’autotrasporto indiano sia strutturato in imprese medie e grandi, i padroncini, insomma sono pressoché inesistenti. Nel Sud Italia, l’associazione siciliana degli autotrasportatori Aias ha invece proclamato il fermo regionale dell’autotrasporto dalla mezzanotte di giovedì 2 dicembre alla mezzanotte di martedì 7 dicembre. All’iniziativa hanno aderito anche altre realtà dell’isola come Trasportounito Sicilia, Aitras e Assotrasport. La protesta siciliana nasce per il mancato rifinanziamento del sostegno al trasporto combinato strada-mare (Ecobonus) per il 2010 e per alcuni provvedimenti come il pagamento immediato per alcune violazioni. Ma non solo. “L’applicazione della normativa sulle ore di guida, che stabilisce un massimo di nove ore di guida continuativa”, spiega Aias in un comunicato stampa, “penalizza gli autotrasportatori siciliani che devono fare i conti con i lunghi tempi d’attesa ai traghetti e l’estenuante transito dell’incompiuta Salerno-Reggio Calabria”. Aias accusa anche “la continua minaccia della committenza che pretende consegne tassative che obbligano gli autotrasportatori a eludere la legge” e “la mancanza di tutela da parte delle forze dell’ordine: stiamo vivendo in un clima da far west”. Trasportounito annuncia proteste anche al Nord, la prima a Milano il 7 dicembre. In questo caso, si aggiunge un elemento locale, ossia la contestazione contro il blocco alla circolazione per i veicoli Euro 2 sprovvisti di filtri antiparticolato, imposto da una norma della Regione Lombardia.