Uno di questi prevede un “Piano della ciclabilità” diviso in due fasi (una dal 2011 al 2013, e quella successiva che si concluderà invece nel 2020), con un investimento complessivo di 43 milioni di euro. L’obiettivo è quello di arrivare entro dieci anni a 920 chilometri di percorsi ciclabili tra reti locali e itinerari idrografici di Tevere e Aniene, oltre ai 225 già esistenti e ai 65 già finanziati. Nella prima fase il piano prevede anche l’incremento delle stazioni di bike sharing oltre a quello dei parcheggi per bici. “In poco tempo”, conclude De Lillo, “siamo passati da 19 postazioni di bike sharing a 30, grazie anche al coinvolgimento attivo dei diversi Municipi, che in autonomia hanno inaugurato sei stazioni. Il nostro obiettivo è quello di arrivare a un totale di 75”.
Per una mobilità sempre più sostenibile, Roma punta anche allo sviluppo di un’altra modalità di trasporto. “Abbiamo avviato servizi di trasporto elettrico pubblico e privato”, ha spiegato l’assessore all’Ambiente di Roma. “Insieme a Milano e Pisa, inoltre, abbiamo previsto un accordo con Smart ed Enel per la sperimentazione di alcune stazioni di ricarica per i mezzi elettrici in città”. Un impegno concreto che, secondo De Lillo, ha già dato i suoi buoni frutti, riuscendo a far dimezzare i livelli di inquinamento di Roma. Tesi contestata da Legambiente, che nell’edizione 2010 di Ecosistema Urbano, il rapporto sulla vivibilità ambientale realizzato in collaborazione con l’Istituto di ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, ha posizionato la capitale al 75° posto. Una “caduta libera” che ha visto la perdita di ben 13 posizioni, sulla base di una rilevazione che tiene conto di 125 parametri, tra cui il traffico, i rifiuti, il risparmio energetico, l’inquinamento. De Lillo non ci sta, e dai giornali fa sapere che “La lettura di Legambiente non tiene conto delle dimensioni di Roma, che non la rendono paragonabile ad altri comuni. Se si esaminano le tabelle dei singoli parametri si vede, per esempio, per quanto riguarda l’ozono, che nel 2007 il dato era pari a 27, sceso poi a 19,2 e addirittura a 15 nel rapporto 2010”.