“Una delle conseguenze negative dell’improvviso stop degli incentivi statali al rinnovo del parco circolante”, ha spiegato Giovanni Filipponi, segretario generale di Unrae (Unione nazionale rappresentante autoveicoli esteri) è stata l’interruzione del trend virtuoso di abbassamento delle emissioni medie di Co2 delle nuove vetture immatricolate”. Secondo un’analisi Unrae, infatti, da una media di 144,8 g/km di Co2 nel 2008, nel 2009 si era scesi a 136,6 g/km e nel primo trimestre del 2010 si era arrivati a 131,8 g/km. Ma con la fine dell’effetto incentivi, che ancora influenzava le vendite del primo trimestre 2010, le emissioni medie di Co2 delle nuove immatricolazioni – rileva l’Unrae – sono risalite nel trimestre aprile-settembre a 134,2 g/km. “Il che”, ha precisato Filipponi, “mette a serio rischio il rispetto da parte dell’Italia dell’obiettivo comunitario di 130 g/km di Co2 fissato dall’Ue per il 2012”. Filipponi ha ricordato anche che, su un totale di 34,3 milioni di auto circolanti in Italia nel 2009, il 16,5 per cento, ovvero 5,68 milioni, erano ancora Euro 0 (il 7 per cento) ed Euro 1 (il 9,5 per cento), il 23,4 per cento, ovvero 8,02 milioni, erano Euro 2, il 23,9 per cento, ovvero 8,2 milioni, erano Euro 3. Le Euro 4 rappresentavano invece il 35 per cento del parco (12 milioni di vetture), mentre le Euro 5 e le Euro 6 erano appena 400 mila (l’1,2 per cento). “Per questo”, ha sottolineato il segretario generale dell’Unrae, “è urgente rilanciare un nuovo piano di incentivi strutturali che puntino sulla rottamazione delle vetture obsolete e sul rinnovo del parco circolante attraverso forme di sostegno all’acquisto di tutte le vetture a basso impatto ambientale, siano esse alimentate a metano, gpl, ibride o elettriche”.