Il libro non è la cronaca delle gesta erotiche di un autista di bisonti della strada. Ma non è neppure un saggio scritto per sfatare il mito e il pregiudizio di uomini tutti uguali. È una via di mezzo. Rafael incarna il prototipo maschile dell’uomo indipendente, sicuro di sé, amante delle donne ma sostanzialmente maschilista e sessista, che crede di avere il diritto di calpestare il prossimo in virtù del suo essere “vincente”.
Il lavoro di Rafael lo porta a spostamenti continui, ed è proprio in questa vita senza radici fisse che Rafael si sente “vivo”, disprezzando invece gli uomini che praticano mestieri sedentari. “La vera vita è sulla strada”, afferma. Rafael, nonostante sia sposato, ha numerose “fidanzate” (come lui le chiama) nelle varie città dove si ferma durante il viaggio, un po’ come avveniva per i marinai, insomma, una fidanzata in ogni porto. Se invece non ha voglia di vedere le sue numerose e spesso invadenti fidanzate, Rafael ricorre alle prostitute. Una situazione che comincia a ribaltarsi quando il camionista incontra una strana donna, Tona, poco più anziana di lui, cameriera in un autogrill che lo seduce sul retro del suo camion. La donna gli lascia il suo numero di telefono, ma quando lui la richiama non sembra particolarmente interessata a rivederlo. I due comunque si rivedono e si frequentano durante le soste lavorative di Rafael nella città di Tarragona, dove lei vive. Tona, pur bella e delicata nell’aspetto, è connotata da una forte componente caratteriale mascolina: interessata solo al lato fisico del rapporto con il camionista, non sembra minimamente intenzionata a condividere con lui il proprio tempo, né a scambiarsi confidenze sulla propria vita passata. “Sembra che sia lei a scoparsi me”, riflette Rafael, senza rendersi conto che la ragazza si comporta con lui esattamente come lui finora si è comportato con le fidanzate da lui disseminate nelle varie città (in particolare Adela, una delle fidanzate fisse di Rafael). Dall’incontro con Tona comincia il lento declinio di Rafael. La fidanzata Adela, disperata per essere stata lasciata, tenta il suicidio, e la sua coinquilina informa Rafael telefonandogli a casa. La moglie, che già nutriva dei sospetti circa la fedeltà di Rafael, intercetta la telefonata, e decide di lasciarlo definitivamente. Rafael si trasferisce per un certo periodo da Tona, nonostante la reticenza di lei a ospitarlo. Ma verrà cacciato di casa quando un collega camionista decide di vendicarsi di Rafael, con cui aveva avuto una lite per via di una prostituta, picchiando la donna. Rafael finisce da solo, senza la moglie, senza più fidanzate se non le puttane a cui occasionalmente ricorre, senza una casa (vive solo negli alberghi). Pur avendo per protagonista maschile, il romanzo tratta la condizione della donna, spagnola in particolare, nelle sue molteplici sfaccettature. Personaggio secondario ma chiave della vicenda è la moglie di Rafael. Sposatasi da ragazzina per essere rimasta incinta, frustrata in un matrimonio infelice in cui viene ignorata dal marito, trova finalmente la sua indipendenza grazie all’amica del cuore, la vicina di casa: le due donne decidono di lasciare i rispettivi mariti e aprire un’attività tutta loro, un negozio di abiti per neonato, segno che solo la cooperazione tra donne può portare all’indipendentizzazione dal dominio maschile.